Inter-Fiorentina, da Rocchi serve chiarezza
I campioni d’Italia si sono presi la rivincita sulla Fiorentina che li aveva schiantati con tre gol appena giovedì scorso. L’Inter ha creato tantissimo, ma è andata in vantaggio con un gol non regolare, o meglio, un gol nato da un calcio d’angolo che non c’era. E il problema è che la palla rimessa da Bastoni (e poi spedita oltre il fondo da Moreno) aveva superato la linea non di un centimetro, non di cinque, ma di una ventina almeno. Era ben visibile in tv, subito, in diretta, come non lo abbiano visto arbitro e guardalinee è un mistero. Il Var, rifugiato nel protocollo, è rimasto in silenzio, ma in silenzio non potrà rimanere Rocchi. È un momento nero per gli arbitri italiani, non si capisce più nulla. Urge chiarezza. Per quantità e qualità di occasioni da gol, l’Inter ha meritato la vittoria. La differenza, rispetto a giovedì scorso, era tutta nella testa degli interisti che, di sicuro, hanno trascorso due o tre giorni infuocati alla Pinetina. Adrenalina fin sopra i capelli, nervosismo in panchina (hanno dovuto calmare Inzaghi), rabbia in campo. Una rabbia che ha prodotto quanto Simone chiedeva: Fiorentina schiacciata nei pressi della sua area però, contrariamente a quanto capitato a Firenze, incapace di far scattare il contropiede. L’Inter ha fatto girare la palla senza sosta, ha accerchiato i viola e li ha costretti non in difesa, ma in barricata. Le occasioni sono arrivate, anche se le più nitide (palo esterno di Carlos Augusto e traversa di Lautaro) sono nate con due angoli calciati, anzi, pennellati, da Calhanoglu. E proprio da un angolo (che, come detto, non c’era) è arrivato il gol dell’uno a zero interista.
La partita della Fiorentina
Prima del pareggio di Mandragora su rigore, si erano già alzati i dubbi sulla strategia di Palladino: troppo dietro, troppa rinuncia. Ma quella stessa impostazione iniziale (difesa a cinque per togliere la profondità a Thuram e compagni e per difendere in superiorità numerica) aveva portato al trionfo viola di giovedì scorso. Certo, con una differenza, al Franchi la Fiorentina aveva avuto l’energia e la rabbia per ripartire e colpire, a San Siro questa possibilità gliel’hanno tolta la rabbia e la forza dell’Inter. Non era una rinuncia volontaria, era l’Inter che non lo permetteva. Così come ha fatto a inizio ripresa, fino al gol di Arnautovic. È stato a quel punto che Palladino ha dato il via ai cambi, pescando fra gli acquisti dell’ultimo mercato, fino a quel momento rimasti tutti in panchina. Forse quelli di Zaniolo e Fagioli (sono entrati bene tutt’e due) sono arrivati un po’ in ritardo, sta di fatto che l’Inter ha faticato a rialzare la sua linea di gioco. Negli ultimi 20 minuti la Fiorentina poteva fare di più, ma non ci ha creduto troppo.
Il finale di questa partita, dopo quanto si era visto giovedì al Franchi e domenica al Maradona nell’uno a uno di Napoli-Udinese, è la conferma che in testa alla Serie A ci sono due squadre che oggi non sono travolgenti. Due squadre forti, però con dei limiti che forse nemmeno i quattro punti di vantaggio sull’Atalanta mettono al riparo.
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