in

Julio Baptista e il retroscena sulla Roma e quel “vattene via” in telecronaca. Poi su Totti…


Julio Baptista, la “Bestia” da San Paolo. Siviglia, Real Madrid, Arsenal, Roma. Nella Capitale più bassi che alti, ma in 3 anni è riuscito comunque a lasciare il segno. A Fanpage ricorda quelle annate: “Il soprannome nasce quasi per caso, durante una partita di ritiro allo stadio Ramón Sánchez Pizjuán. Un contropiede, una spallata, poi un’altra ancora. Avversari a terra, Baptista in corsa. “I tifosi iniziarono a cantare “La Bestia” e da quel momento non mi ha più lasciato”.

Il periodo alla Roma e il rapporto con Ranieri

“C’erano tanti brasiliani, anche di nazionale, che mi chiamavano continuamente. Alla fine andai ed ero molto felice”. Un periodo intenso, che segna anche la sua vita privata: “A Roma ho rafforzato il rapporto con mia moglie”. In giallorosso lascia giocate indimenticabili. Tra la spettacolare rovesciata contro il Torino e il derby deciso dall’assist di Totti, Baptista non ha dubbi: “Scelgo quello contro la Lazio, per il peso e l’importanza della partita”. Non tutto però è stato semplice. Il rapporto con Claudio Ranieri non è mai decollato, ma Baptista oggi guarda a quel periodo con maturità: “È stato comunque un allenatore da cui ho imparato: molto esigente, con un altro tipo di leadership”. Più profondo, invece, il sentimento legato a una frase che fece rumore: A Roma mi sono sentito tradito. Il calcio cambia, e a volte le cose non vanno come vorresti. Questo però non cancella il fatto che il mio periodo lì sia stato bello. Credo ci fosse una campagna perché me ne andassi: dopo Totti ero il secondo o terzo con lo stipendio più alto, e non giocando questo creava pressioni. L’ho gestita bene: queste cose ti fanno crescere”.

Quella frase in telecronaca 

Impossibile non tornare su Parma-Roma e su quel famoso “vattene via” pronunciato in telecronaca. Un episodio che fece male, ma che Baptista ha saputo trasformare in crescita: “Nessun chiarimento con il telecronista. E nessun rimpianto. Nel mondo c’è sempre gente cattiva. La cosa peggiore per loro è non dargli importanza. La critica fa parte del gioco, ma quando è fatta solo per ferire, non merita rispetto”. Oggi Julio Baptista è allenatore, studia, lavora e continua a respirare calcio. È ambasciatore de La Liga, collabora con la Fondazione del Real Madrid e ogni tanto scende ancora in campo nelle partite delle Legends. “Passo molte ore in ufficio cercando di migliorarmi ogni giorno. Finché non arriverà il momento giusto, continuo a lavorare”.


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Roma


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

Inter, Chivu: “Supercoppa? Non mi cambia nulla, non cerco la reputazione”. E su Calhanoglu…

L’avvocato Ue: “Agnelli? Giudici possono annullare sentenze dei tribunali sportivi”