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Juve, Openda in vantaggio su David: spazi e rapidità, così può far male alla Roma 


La conoscenza come chiave per la liberazione. E Spalletti conosce molto bene Gian Piero Gasperini, lo dimostra la lunga analisi a cui si lascia andare in conferenza stampa. Nessuna pre tattica né volontà di giocare a ping pong con la pressione rispedendola nel campo avversario, ma una sincera ammirazione per il tecnico di Grugliasco che nella Capitale sta compiendo quella che ai più poteva sembrare un’impresa improba: ripetere sul terreno di gioco il modello Atalanta. Ed è dall’abbraccio mortale del calcio gasperiniano che Spalletti cerca la chiave per la liberazione. Per prima attraverso la conoscenza, sapendo in anticipo che i giallorossi imposteranno un piano di gara coraggioso, per nulla remissivo, con i duelli individuali che si sposteranno lungo tutto il campo. Arrivare forti sull’avversario, recuperare palloni da ripulire con qualità e poi attaccare ferocemente gli spazi: sono tutte caratteristiche ben note, ma non per questo più semplici da arginare. L’adagio è quello celebre e che per anni ha accompagnato la carriera di Robben: fa sempre la stessa cosa, ma la fa così bene che diventa difficile fermarlo. Ecco, la stessa cosa si può dire del piano gara di Gasperini. Quindi, va trovata una quadra per sottrarsi all’abbraccio avvolgente, quanto velenoso, con cui la Roma proverà a dominare il gioco e annichilire la Juventus. Bisogna andare, come ripetuto dal tecnico di Certaldo, oltre il duello individuale e provare a fare la propria partita, senza concedersi all’avversario in quello che sa fare meglio.

Juve-Roma: più Openda che David

In questi giorni di lavoro e riflessione alla Continassa si è dovuto, per prima, studiare un’alternativa all’assenza di Koopmeiners. Anche in questo caso è arrivata in conferenza la sottolineatura di Spalletti: l’olandese è essenziale per cominciare l’azione in maniera pulita, evitare di perdere palla sul pressing alto e, invece, superare le linee avversarie e scoprire che oltre quello c’è un mondo di occasioni. In assenza di questo, vanno trovate delle contromisure. Una, per esempio, potrebbe essere quella di rinunciare a qualche pallone giocato corto per guardare, invece, con maggior velocità in verticale; attaccando quegli spazi che possono aprirsi alle spalle della difesa romanista. Un’opzione che sembra spalancare le porte della titolarità a Lois Openda. Meno relazione, sponde, palloni giocati spalle alla porta: meno una partita da Jonathan David, quindi; e più palloni in verticale, verso quegli spazi che il belga può attaccare in velocità per mandare in apnea la linea a tre di Gasp. Cercare una via d’uscita dal gioco a duelli uno contro uno, che però resteranno un tema nel corso dei 90’ e andranno vinti il più possibile. Le fisicità di Thuram e Koné in mezzo al campo, Locatelli da schermo quando Soulè e Pellegrini (o Dybala) entreranno dentro, oppure Cambiaso e McKennie a limitare le sgroppate di Wesley e Rensch. Uno contro uno, come uno contro uno saranno Spalletti e Gasperini. Stima e amicizia, ma il desiderio comune è quello di incartare l’altro e fare un bel passetto in avanti verso l’obiettivo Champions League.

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