in

L’ultimo è Norton-Cuffy: Juve, tutte le migliori intuizioni mercato di Ottolini


Familiarità con l’ambiente, competenza e una visione che corre di pari passo con quella del neo ad bianconero, Damien Comolli. Costruire senza sforare, competere senza ipotecare il domani. Marco Ottolini conosce bene i corridoi della Continassa: ne ha respirato le dinamiche dal 2018 – l’anno dell’inaugurazione del nuovo centro sportivo – al 2022 come osservatore nell’area internazionale – prima – e da responsabile del progetto “Club 15” poi -, che prevedeva una collaborazione con varie società come Mirandes, WSG Swarowski Tirol, Alaves, Utrecht, San Gallo, AEK Atene, Vitesse, Aberdeen e Cicinnati FC. Prima dell’ultimo capitolo juventino da responsabile dell’area prestiti, seguendo – tra le altre cose – da vicino lo sviluppo del progetto Next Gen. Da lì, l’esperienza al Genoa dove ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo fino a un paio di mesi fa. Un aspetto che, sicuramente, ha giocato un ruolo decisivo nel lungo casting che la dirigenza bianconera ha posto in essere dai primi di agosto. Ma l’identikit di Ottolini è sempre rimasto in cima alla lista, al netto del vincolo contrattuale con la società rossoblù.

Le intuizioni di Ottolini

Comolli per completare l’organigramma societario – dopo l’arrivo di Modesto – non cercava un ds d’assalto pluridecorato. Al contrario, un valorizzatore, abituato a operare nel segno della sostenibilità finanziaria. Al Genoa Ottolini ha sempre portato avanti dei mercati a impatto zero, finanziati dalle uscite, senza intaccare mai in negativo il livello di competitività del club che, sotto la sua gestione, è tornato in pianta stabile in Serie A. Dalle intuizioni su cui poggia tuttora gran parte del patrimonio tecnico rossoblù – su tutte quella di Norton Cuffy, prelevato dalle giovanili dell’Arsenal per appena due milioni e oggi vendibile a 20 – alle varie plusvalenze registrate nelle ultime 3 stagioni. A gennaio 2024 ha venduto Dragusin al Tottenham per 25 milioni (ne era costati giusto 9). Pochi mesi dopo, l’exploit di Gudmundsson ceduto alla Fiorentina con un prestito oneroso da 8 milioni con riscatto fissato a 13. E poi ancora Retegui, costato 14.5 e rivenduto un anno dopo alla Dea per 25 milioni; Ahanor, Josep Martinez, De Winter e Cambiaso. Alla Continassa ritrova un ambiente che parla la sua lingua e una dirigenza che guarda nella stessa direzione. Qui il progetto conta quanto il risultato, il metodo quanto il talento. E se il calcio moderno premia chi anticipa il cambiamento, la Juventus ha deciso di farlo affidandosi a chi sa costruire valore nel tempo, trasformando le idee in patrimonio.

WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

La Juve non c’è, la Supercoppa crolla: mai successo negli ultimi 15 anni!

Pisa-Juve: la probabile formazione di Spalletti tra turnover, dubbi e ballottaggi