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Milan, il Feyenoord è indecifrabile senza Slot e Gimenez: la scheda

Una stagione fin qui vissuta pericolosamente, tra picchi di entusiasmo e momenti di depressione che stanno tuttora mettendo in discussione la bontà del progetto. Per il Feyenoord, da sempre la più discontinua e umorale delle tre grandi storiche olandesi, non era facile ripartire dopo il ciclo di Arne Slot e tante difficoltà erano state messe in conto. Partito direzione Liverpool con l’obiettivo di dare alla sua carriera la spinta definitiva, Slot aveva chiuso a Rotterdam un triennio caratterizzato da una vittoria in Coppa d’Olanda, una finale persa di Conference League contro la Roma e soprattutto la vittoria della Eredivisie 2022-23, merce sempre più rara per una squadra che nel XXI secolo l’ha vinta solo in un’altra occasione.

L’allenatore Priske

La scelta del successore ha ricalcato in un certo senso quella fatta dai rivali storici dell’Ajax con Farioli: un allenatore straniero, senza alcuna esperienza precedente in Olanda, ma che aveva dato prova di personalità e risultati in contesti diversi. Brian Priske in questo senso sembrava il profilo migliore: 47 anni, una carriera da giocatore senza squilli tra Danimarca e Belgio, una da allenatore molto più interessante, iniziata con il titolo danese 2020 vinto dal Midtjylland, noto per essere stato uno dei primi, se non il primo club di alto livello a usare sistematicamente l’algoritmo nella scelta e nella valutazione dei giocatori. Anche senza l’algoritmo però Priske ha saputo fare bene, vincendo in due anni allo Sparta Praga altrettanti campionati cechi e una Coppa nazionale, ben figurando lo scorso anno anche in Europa League.

I momenti della stagione 

L’avvio di stagione è stato scoppiettante, con l’incredibile 4-4 contro il Psv nella Supercoppa olandese, intitolata a Johan Cruijff e vinta ai rigori; tuttavia, quel titolo vinto all’esordio non è stato beneaugurante, perché la squadra almeno fino all’inizio di ottobre ha faticato moltissimo, nel gioco e nei risultati, maturando proprio in quelle prime 6 giornate uno svantaggio che tuttora sta penalizzando gli obiettivi di squadra. La svolta in positivo è arrivata in Champions, con la rocambolesca vittoria di Girona che ha permesso al gruppo di ripartire nella testa e nei risultati dopo settimane di impasse. Va detto che il Feyenoord di quest’anno è abbastanza indecifrabile, capace di partite sontuose anche contro pronostico, vedi il 3-0 al Bayern in Champions League, così come di sprofondare in una spirale di negatività. È un po’ quello che sta succedendo in questi giorni: la squadra di Priske ha infatti infilato tre sconfitte consecutive, tutte molto pesanti per motivi diversi. L’1-6 di Lilla in Champions League, benché innocuo ai fini della qualificazione, non ha fatto piacere a nessuno anche per le proporzioni della disfatta, mentre l’1-2 dello scorso 2 febbraio in casa dell’Ajax si abbina allo 0-2 interno della gara d’andata contro i rivali storici, con cui condividono un percorso di rinascita che però non sta andando alla stessa velocità. Il carico definitivo lo ha messo lo 0-2 infrasettimanale contro il Psv nei quarti di Coppa d’Olanda, una sconfitta vissuta male anche perché il tabellone, con l’eliminazione precoce dell’Ajax, avrebbe permesso vincendo questa sfida di presentarsi alle semifinali da chiara favorita.

Le mosse della dirigenza e il mercato

Non hanno particolarmente aiutato nemmeno le mosse della dirigenza: nella conferenza stampa natalizia, il dg del Feyenoord Dennis Te Kloese aveva infatti detto che «il Feyenoord dovrebbe chiudere al 2° posto il campionato. È vero che anche con il terzo posto si va ai preliminari di Champions, ma per il nostro metro non può essere una stagione pienamente di successo». Dichiarazioni che, unite ai rapporti non idilliaci di Priske con il vice De Wolf, storica presenza del club, hanno reso la sua panchina molto instabile. Il secondo posto dell’Ajax dista 12 punti, di fatto irraggiungibile, e il mercato invernale ha chiaramente indebolito la squadra, con la cessione di Gimenez al Milan non adeguatamente surrogata dal punto di vista tecnico. Un’operazione inevitabile per un club come il Feyenoord, che sembra essersi lasciato alle spalle i gravi problemi finanziari di qualche anno fa, ma che ha lasciato un buco evidente in avanti, dove al momento né il giapponese Ueda né l’argentino Carranza sembrano avere i numeri per compensare i gol garantiti dal messicano. Così, rispetto alla Group phase, l’unico innesto nuovo nella lista è il centrocampista polacco Moder, arrivato dal Brighton, in un gruppo che, oltre allo strapubblicizzato Hancko (già allenato per poche settimane da Priske ai tempi dello Sparta e finito nelle mire della Juventus), può mettere in mostra qualche altro giovanotto interessante come il 19enne trequartista Antoni Milambo, ormai diventato titolare pressoché inamovibile nel terzetto alle spalle della punta. Sulla carta, l’operazione Gimenez ha sbilanciato irrimediabilmente il confronto diretto con il Milan, ma i rossoneri faranno bene a non sottovalutare l’imprevedibilità, anche in positivo, degli olandesi.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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