Tutta l’Italia, tutta l’Italia ah ha assistito a una partita bella e viva. Una partita generosa di giocate, errori e emozioni. Non un festival del bel calcio, ma uno spettacolo ugualmente divertente e intenso. La noia è mancata, il resto fa classifica.
L’ha vinta la Juve, per cui giovedì prossimo tutti di nuovo al Lève di Bonucci per un’altra cena di gruppo. Paga ancora Motta, sempre che non offra Leonardo. Raccomando di trascurare il tonno crudo per il batterio.
L’aspetto più interessante della formazione presentata inizialmente da Thiago è il senso di rinnovamento reso dalla presenza di ben otto novità tutte insieme rispetto alla stagione precedente: Weah, Gatti e McKennie gli unici sopravvissuti.
Sospetto che si tratti di un altro inedito assoluto nella storia della Juve. Un inedito che però ha pagato soprattutto nella ripresa, la migliore della stagione, dopo che il primo tempo era stato segnato dalla superiorità dell’Inter, che aveva vinto decine di duelli ma sbagliato tutto lo sbagliabile.
La cosa migliore di Juve-Inter è stato il lavoro di Kolo Muani che ha preceduto il gol-partita: il francese, che fino a quel momento aveva soltanto messo in apprensione la difesa interista, ha lottato di fisico e tecnica favorendo lo spiazzamento generale che ha portato al punto decisivo.
Tutta Napoli, tutta Napoli ah per una sera ha tifato Juve (non ditelo troppo in giro): la sconfitta dell’Inter aggiunge un punto a Conte, mentre il pareggio dell’Atalanta non aveva fatto registrare ulteriori avvicinamenti.
Un anno dopo l’Inter ha 12 punti in meno: diranno che è vecchia, che Inzaghi non è più Inzaghi. Balle: nel calcio 2+2 non fa sempre quattro e l’Inter resta la più forte e la favorita.
PS 1. Premetto che non vuole essere una cattiveria nei confronti di Yildiz, talento indiscutibile, bensì un complimento sincero e dovuto a un altro ventenne del campionato: ho letto che Giuntoli chiederebbe 80, 100 milioni per il dieci turco. Beh, su questi valori, il Real ne può pretendere 200, 250 per Nico Paz, ora al Como…
PS 2. Ieri il sobrio e misurato Luca Marelli, detto Varelli, commentatore arbitrale live di Dazn non troppo amato da Rocchi, mi dicono, è diventato, per Pardo, «Marellone». Nulla di grave: Pier è un telecronista istrioniconfidenziale. Marelli, distratto dai falli, non ha fatto un plissè. Lo risentirà – e si risentirà – al Var?