Parlare di futuro adesso ha davvero poco senso. Soprattutto per Luciano Spalletti, che ha accettato una vita da precario pur di godersi la Juve a 66 anni. Sì, punto d’arrivo o quasi, per uno che ha faticato tanto prima di conquistare il paradiso calcistico. Lucio lavora per dare forma al gruppo, per dare consistenza e credibilità alla squadra: vuole allestire una Juve competitiva, senza pensare ad un contratto che scade a giugno e che al momento non prevede alcun tipo di opzione per l’avvenire. Per cambiare il destino, poi, non si passa certo dal mercato di gennaio (può riparare qualche carenza, ma eventuali ritocchi non sortiranno effetti miracolosi), ma dal lavoro quotidiano. Dal campo, dove solitamente la sua mano è sempre riconoscibile. Spalletti, per incidere sul prato verde, cerca sempre ispirazioni.
Rapporto con il presidente
Da tutto, da ogni elemento che possa arricchirlo. Anche il dialogo con John Elkann rientra in questo discorso. Si scambiano poche parole, ma importanti. L’ha rimarcato qualche giorno fa il tecnico: «Fa piacere sentire la sua forza e la sua passione per questo club, sta a noi dare sostanza e concretezza a questa passione onorando il passato e costruendo un futuro migliore o dello stesso livello, come ci ha detto lui. Ogni tanto mi manda i suoi pensieri e son cose che fan piacere. Nel messaggio penso voglia metterci dentro un futuro e non una cosa immediata, poi è ovvio che bisogna avere il pensiero di vincere come quando sei in un club come questo. La presenza di Elkann ci aiuta».
Filo diretto
Tra di loro c’è un filo diretto, un rapporto professionale nato in poco tempo e tutt’altro che scontato. Recentemente solo Max Allegri ha avuto modo di conoscere da vicino l’ad di Exor. Spalletti, che spera di regalargli un’altra vittoria contro la Roma dopo quella di Bologna, si sta godendo il meglio di questa fase. E le rassicurazioni sulla fame intatta di John, legata alla tradizione di famiglia con la Juve, gli hanno fatto molto piacere. Ha cercato pure di trasferirle alla squadra: ogni dettaglio portatore di serenità è ben accetto, in un momento in cui la squadra sta cercando di risalire la china sia in Italia che in Europa. La proprietà è vicina.
In misura persino maggiore rispetto al video messaggio successivo alla proposta di Tether: negli ultimi sei anni Exor ha messo circa un miliardo nella Juve, per cui non esiste rassicurazione e prova d’amore più importante di questa. Elkann, ad inizio novembre, sulla scelta di Spalletti era stato chiaro: «Oggi per la Juventus è fondamentale vincere e un allenatore della sua esperienza deve saperla guidare verso la vittoria, proprio ciò che tutti i tifosi si aspettano». Si sono capiti anche per questo. Hanno una visione in comune, un orizzonte che li unisce. Spalletti ha compreso le sfaccettature del mondo Juve passando anche dal rapporto con John. Intimo, ma costante. Sincero e diretto, senza interferenze. Vincere contro la Roma regalarebbe un bel sorriso a Elkann e chiuderebbe al meglio una settimana sicuramente travagliata.
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