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Totti e il curioso retroscena: “Quella volta che litigai con Burdisso. Se mi attacchi…”. Poi il commosso ricordo del padre  

Totti: “Il ritiro una bastonata. Tornare in campo? Se mi chiamasse la Roma…”

La leggenda giallorossa prosegue: “L’affetto della gente ti gratifica, ma non è bellissimo perché nella vita privata non puoi fare niente. Facessi una passeggiata ora, per fare 50 metri ci metterei due ore. La cosa più eclatante è la gente che si ferma e mi bacia le scarpre, robe da pazzi. Poi andavamo a trovare i detenuti in carcere: un giorno c’era un ragazzo che aveva finito di scontare la pena, ma ha saputo che saremmo andati lì e ha chiesto di rimanere una settimana in più per conoscermi. Alcune volte mi viene di pensare di lasciare Roma ma non posso, sono cresciuto e morirò qui.  Se dovessi scegliere due attaccanti con cui ho giocato prendo Cassano e Salah. Quest’ultimo era quel giocatore perfetto per come giocavo io. Se ci fossimo incontrati a metà strada sarebbe stata follia”.

In conclusione, Totti è intervenuto sul ritiro: “Io non ho mai pianto come nel periodo del ritiro, prima, durante e dopo. Quel giorno da una parte è stato bellissimo, ogni giocatore vorrebbe viverlo. Ma allo stesso tempo era un punto di arrivo, la fine di tutto. Non pensavo potesse succedere, speravo non arrivasse mai. Giornata difficile da descrivere, come le emozioni che abbiamo vissuto. Fare il giro di campo e vedere tutti piangere…Già dal giorno dopo sai che non succederà più tutto quello. Il calcio è stato tutto per me. Quello che sentivo lo trasmettevo in campo per far emozionare la gente. Ho avuto paura, e ogni tanto mi torna. Era stata una cosa non voluta, non sapevo cosa fare dopo, una bastonata pesantissima. Non me l’aspettavo, soprattutto per il modo. Mi avevano detto una cosa ma non è accaduta. Ma non voglio vivere di rimpianti e rimorsi. Tornare a giocare? C’è stato un incontro con alcune persone, tra cui un amico con cui ho giocato, e mi hanno chiesto scherzosamente di andare a dargli una mano. Da lì mi ha fatto scattare qualcosa. Mi sono riniziato ad allenarmi per vedere come mi sentivo e stavo bene. L’ho chiamato per dirgli che mi serviva un altro mese e mi ha detto che mi aspettava. Poi mi sono un attimo fermato e ho detto ‘prima non sono andato in un’altra squadra, non mi sembra corretto farlo anni dopo’. Ho chiesto consigli e ho deciso di mantenere il rispetto. Con quello che c’è in giro adesso, non avrei fatto brutte figure, ma ora la escludo totalmente. Ma se mi chiama la Roma ci penserei [ride, ndr]”. 


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a


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