VENEZIA – Il ds dell’Inter Beppe Marotta ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine dell’evento “Le sfide del calcio italiano”. Queste le sue parole: “Una volta le società di calcio erano diverse, negli almanacchi Panini c’erano poche righe sull’organigramma societario. Ora il discorso è cambiato, così come il calcio. Io faccio il dirigente sportivo da 42 anni – prosegue – ed ho attraversato le varie epoche. Stadi? Hanno un’importanza enorme, sia per il senso d’appartenenza che per i ricavi. In Italia siamo indietro in questo senso rispetto all’Europa che conta. Serve costruire dei poli, non cattedrali nel deserto: bisogna fare tutto con lungimiranza. Bilancio in positivo o vittorie? I tifosi preferirebbero certamente le vittorie, ma una società deve avere programmi a lunga durata. Ambiente? Spesso condiziona, a volte si cambia allenatore solo per un periodo negativo, invece bisogna essere razionali e capire che non è sempre lui il capro espiatorio. Serve la cultura della sconfitta e tutta questa esposizione mediatica non aiuta. Manca il senso critico e si attacca tutto e tutti – conclude -“.
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Inter, Marotta: «Stadi? Siamo indietro, ma no alle cattedrali nel deserto»
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