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Pochettino: “Dopo Madrid 10 giorni chiuso in casa”

Il Tottenham, nella passata stagione, è andato a un passo dal toccare il cielo con un dito. Un cammino straordinario in Champions, culminato però con la sconfitta in finale contro i connazionali del Liverpool. Una partita, e il conseguente periodo successivo, che ha messo a dura prova l’allenatore degli Spurs, Mauricio Pochettino. “Sono stato davvero molto male – ha confessato l’argentino in un’intervista allo Standard -. Posso paragonarlo all’estate del 2002 quando, nel giro di una settimana, fummo battuti dall’Inghilterra e pareggiamo con la Svezia, venendo eliminati dalla fase a gironi del Mondiale. Entrambi sono i momenti peggiori della mia carriera. Abbiamo vissuto tre settimane incredibili di preparazione alla finale e siamo rimasti enormemente delusi dal ko subito. Dopo una sconfitta del genere, senti solo il bisogno di tornare a casa. Così, il giorno dopo, ho preso un treno da Madrid a Barcellona. Ho trascorso 10 giorni chiuso in casa mia e non volevo uscire. Sì, è stato difficile perché siamo stati a un passo dalla gloria. Tutti gli sforzi fatti per arrivare alla finale sono stati incredibili, ma arrivati a quel punto vuoi vincere e se non ci riesci il dispiacere è enorme, perché sai quanto è difficile arrivarci di nuovo la prossima stagione: recuperare le energie e riprovarci di nuovo”. Il manager 47enne ha ricordato poi le emozioni vissute durante quel periodo: “Ho parlato con Jesus Perez (il suo assistente) ogni giorno per cercare di spiegarmi quella sconfitta – ha continuato -. Cerchi sempre di analizzare, ma alla fine sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Non è stata una grande finale. La mia famiglia ha cercato di risollevarmi, ma eravamo tutti nella mia stessa situazione. Dopo alcuni giorni sono andato a giocare a golf con mio figlio: ero concentrato nel provare a colpire perfettamente la pallina, ma era impossibile. Poi ho iniziato a guardare avanti. Tutti hanno riconosciuto il nostro fantastico lavoro e anche questo mi ha aiutato. La gente mi fermava nei ristoranti e si complimentava“. 


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml


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