Roma-Istanbul Basaksehir è in programma il prossimo 19 settembre. Forse non tutti lo sanno, perché certamente non è come giocare al Camp Nou o al Bernabeu. Si tratta della prima giornata di Europa League, anche se i giallorossi negli ultimi anni sono stati abituati ad altro. Tuttavia c’è una persona che quella data l’ha cerchiata in rosso. O meglio, l’aveva. Si tratta di Stefano Napoleoni, attaccante di 33 anni che giocava proprio con la squadra di Istanbul. Un sogno per lui trovarsi davanti ai ragazzi di Fonseca, dal momento che Stefano è romano e romanista sfegatato. Al momento del sorteggio, forse, avrà anche esultato, ma il destino delle volte sa essere beffardo. Il Basaksehir, infatti, ha deciso di cederlo ad un’altra squadra turca, ovvero il Goztepe. Niente sfida con la sua città, niente match contro la sua squadra del cuore: “Grazie di cuore a tutti voi, tifosi romanisti e non, per i bellissimi messaggi che mi avete mandato in questi giorni! Purtroppo nella vita non sempre le cose vanno come vorremmo o come desidereremmo! Oggi, come più di 15 anni fa, mi ritrovo ancora una volta, non per volere mio, a non poter giocare in quello stadio che fin da ragazzino mi ha fatto sognare”, ha scritto Stefano Napoleoni sui social – “Si vede che era destino non poter indossare quella maglia, ma a quanto pare, nemmeno di giocarci contro! A breve capirete il perché di queste parole. Un abbraccio grande a tutti e sempre forza Roma! Uno di VOI!”.
La Roma nel cuore
Stefano Napoleoni è nato in zona Nuovo Salario. Ha iniziato la sua carriera nell’U.S.D. Tor di Quinto (Promozione). In seguito fu scoperto nel 2006 dall’ex romanista Zbigniew Boniek, allora dirigente del Widzew Łódź, che decise di portarlo con sè in Polonia. Da quel momento in poi Stefano non è più tornato a giocare in Italia. Prima in Grecia con il Levadiakos e l’Atromitos, poi l’ Istanbul Basaksehir e infine il Goztepe. Gli manca l’aria di casa, e per colmare la distanza si è tatuato il Colosseo sul fianco destro, che indica ogni volta che fa gol. “Il tatuaggio è per quello, per portare sempre con me tutte le persone che ho lasciato lì: anche se stanno lì, sono qui con me. E quindi mostrando il Colosseo quando faccio gol festeggio così per festeggiare con loro, è come se festeggiassimo tutti insieme”, le sue parole.
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