MILANO – La cessione più redditizia è datata dieci anni fa: Kakà al Real per 67 milioni. Da allora il ha faticato a entrare nel giro dei grandi trasferimenti in uscita sul mercato europeo, operazioni indispensabili per tenere alto il fatturato e reinvestire in nuovi acquisti. Non si tratta di smobilitazioni, ma di cessioni a cinque stelle effettuate da tutte le grandi continentali. L’ultima sessione estiva ha confermato queste difficoltà con lo stallo su André Silva, partito solo in prestito. L’incasso più consistente è stato il passaggio di Cutrone al Wolverhampton per 18 milioni, seconda cessione più elevata dopo il ritorno di Bonucci alla per una valutazione di 35 milioni prendendo in considerazione le ultime cinque sessioni complete estate-inverno (dal 2015). Curiosamente il Milan, tra le grandi italiane, condivide questo limite con i cugini nerazzurri. Anche l’Inter è ferma alla cessione di Ibrahimovic al Barcellona per 69.5 milioni nel 2009. Al secondo posto Ronaldo al Real nel 2002 per 45 milioni. Nel recente passato si è inserito solo il passaggio di Kovacic al Real per 38 milioni. Nell’ultima sessione di mercato l’Inter è riuscita a piazzare solo in prestito Icardi, Nainggolan e Perisic. Emblematico l’affare Coutinho, ceduto per 14 milioni al Liverpool nel 2013, poi rivalutato oltre quota 100 milioni in direzione Barcellona e ora Bayern (anche se tutto è legato all’eventuale riscatto). Nelle ultime stagioni Juventus e sono riuscite a ottenere risultati migliori delle due milanesi anche grazie alla capacità di realizzare operazioni in uscita molto più ricche.
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Com'è difficile vendere: il Milan peggio di tutti
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