TORINO – Nessuna rotazione feroce, come scolpito nella pietra da Maurizio Sarri alla vigilia dello scialbo pareggio di Firenze. Ma a qualche piccolo assestamento, un passo dopo l’altro lungo il cammino che conduce al cuore della stagione, questa Juventus deve andare incontro. Già, deve. Perché un timido abbozzo di turnover non è al momento una tendenza ponderata, quanto più una stringente esigenza. Imposta da piccoli e grandi problemi fisici che hanno attanagliato la squadra dall’esordio di Parma ad oggi.
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