Un poker tremendo da incassare, un risultato amarissimo e terribilmente doloroso da accettare: ecco che cos’è stato lo storico debutto dell’Atalanta in Champions League. Un dramma sportivo subito compreso dai commoventi tremila tifosi bergmaschi presenti al Maksimir che hanno applaudito i loro giocatori dopo la batosta. L’ennesima conferma della grandezza di una tifoseria straordinaria. Tradita dall’emozione che le ha letteralmente tagliato le gambe, la Dea ha mandato in campo la sua controfigura, pagando un pedaggio pesantissimo alla Dinamo Zagabria dello scatenato Olmo. Per non dire di Orsic: sei anni fa, nello Spezia non aveva lasciato traccia, ieri sera ha segnato tre gol in ventisette minuti.
La squadra di Bjelica è stata quanto mai tetragona a ogni iniziativa dei nerazzurri che agli avversari, non sono manco riusciti a fare il solletico. Il primo tiro in porta dei bergamaschi è stato scagliato da Gomez soltanto al 45’. Se è vero che i croati avevano già nelle gambe quindici partite ufficiali è altrettanto vero che la squadra di Gasperini è stata irriconoscibile quanto a dinamismo, tenuta difensiva, organizzazione di gioco, manovra d’attacco così inconsistente che Zapata e Ilicic hanno steccato. Nel punteggio e nel gioco, la Dinamo ha impartito una durissima lezione all’Atalanta. Superato lo choc, da questa lezione la Dea dovrà trarre molti insegnamenti. La Champions non è il campionato e ha subito esatto il dazio più pesante dalla debuttante assoluta. Però, guai a mollare. Il girone è appena cominciato.