TORINO – Quindici secondi scarsi di gioco effettivo. Tanto è passato mercoledì sera al Wanda Metropolitano tra l’ingresso di Paulo Dybala al posto di Gonzalo Higuain, al 35’ della ripresa, e l’azione con cui avrebbe potuto lasciare la sua firma sul debutto in Champions della Juve di Sarri, quasi certamente cambiandone l’esito. […]
IL PESO DELLA MANO
Minuti in cui dovrà dimostrare di essere realmente in grado di dare una mano alla Juve, come ha detto Sarri e come stava per fare davvero mercoledì a Madrid. Dal peso di quella mano si potrà cominciare a intuire il futuro di Dybala. Probabile che il 1° ottobre allo Stadium contro il Bayer Leverkusen, nella seconda giornata di Champions, il titolare sia ancora Higuain: centravanti più classico e più semplice da inserire in una squadra in costruzione. Ma nei prossimi sette giorni Dybala potrebbe già iniziare a mettere in dubbio la gerarchia, proprio grazie alla propria atipicità come punta centrale. Higuain si è adattato a Ronaldo con grande intelligenza e umiltà, ma quando mercoledì nel finale ha visto uno spicchio di porta, l’istinto del bomber lo ha posseduto e ha sparato su Oblak anziché servire CR7 sul secondo palo. Per Dybala è più naturale dedicarsi all’assist. E la sua maggiore capacità aerobica, quella per cui Allegri lo vedeva «tuttocampista», può renderlo prezioso per il continuo pressing offensivo, elemento chiave del gioco di Sarri. Con queste doti, e con i gol, ovvio, può sostenere il braccio di ferro con Higuain. Da oggi deve dimostrarlo