TORINO – Ronaldo, Dybala e Ramsey possono creare un triangolo infernale per qualsiasi difesa avversaria. Classe, velocità e imprevedibilità che regalano spettacolo quando scocca la scintilla dell’intesa (è la prima volta che giocano tutti e tre insieme). Per contro il gallese non offre la stessa copertura di Khedira e rende il centrocampo bianconero più vulnerabile al pressing, soprattutto se portato in modo feroce come quello del Verona. E se il dialogo tecnico fra Dylala e Ronaldo è godibilissimo, la coppia CR7-Higuain pare comunque un po’ meglio assortita o, meglio, più efficace per l’occupazione dell’area che al Pipita riesce sicuramente più facile. Demiral ha qualità indubbie, ma l’esordio lo spinge a strafare e l’esuberanza atletica del turco rappresenta un rischio, così come la sua gestione un po’ impacciata del giro palla: deve crescere, controllarsi, abituarsi alla Juventus, ma il ragazzo si farà (e ha le spalle tutt’altro che strette). Le novità della formazione juventina diventano la cosa più interessante della quinta partita della gestione Sarri, quella che passerà alla storia come il primo vero turnover (cinque uomini cambiati rispetto alla formazione di Madrid). Perché in porta c’è anche Buffon e fa un po’ ridire giudicarlo come uno nuovo, ma tant’è si tratta del suo secondo esordio, diciotto anni dopo il primo, e – per la cronaca – è una prestazione eccellente.
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Serie A, Juve-Verona 2-1: Ramsey e Cristiano Ronaldo firmano la rimonta
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