Archiviata la sconfitta di Barcellona, per l’Inter arriva immediatamente una nuova opportunità di riscatto in quella che senza alcun dubbio può essere vista come la partita più importante della stagione. Nel derby d’Italia di domani sera contro la Juventus, a far da palcoscenico ad un evento di tali dimensioni vi sarà la spinta del tutto esaurito di San Siro per riassaporare sensazioni che i tifosi nerazzurri non vivevano da tempo. Tante motivazioni in questo incrocio al di là della rinomata rivalità storica tra i due club: dalla prima di Antonio Conte da ex contro i bianconeri, alle ambizioni di classifica delle due formazioni. Prima di assistere a tutto questo, però, abbiamo seguito la conferenza stampa ad Appiano Gentile del tecnico interista a partire dalle 15.00, nella cronaca in diretta di Passioneinter.com.
LA PARTITA – “Mi aspetto una partita tra due squadre che al momento sono in testa alla classifica, squadre che hanno fatto meglio delle altre. parliamo solo della settima partita del campionato, i valori verranno fuori più avanti. Vedremo più avanti le nostre ambizioni. Di sicuro è una bellissima partita che tanti vorranno guardare. Da parte nostra dev’esserci voglia, coraggio ed entusiasmo”.
PERCORSO – “Penso che ogni partita per noi sia molto importante, uno step di crescita sotto tutti i punti di vista. Anche la sconfitta con il Barcellona è uno step di crescita, se vogliamo raggiungere certi livelli dobbiamo migliorare. Quello di domani è un altro test contro una squadra che ha dettato legge negli ultimi 8 anni in Italia. Ha fatto benissimo anche in Europa, è diventata una squadra molto forte. Grande merito a chi ci ha lavorato negli anni e l’ha fatta diventare una corazzata. Hanno lavorato bene e sono da esempio”.
PROFONDITA’ DELLA ROSA – “E’ l’ultima partita di questo ciclo, alla ripresa del prossimo mi auguro di poter contare su un numero più ampio di giocatori. Quelli che si sono mostrati in ritardo, hanno costretto gli altri agli straordinari. Il nostro campionato passerà molto da questo, bisogna riuscire a coinvolgere tutti i calciatori della rosa, per non costringere tutti i calciatori a giocare sempre. E’ importante per una squadra come l’Inter poter attingere a tutta la rosa. Non ho potuto fare questo a piene mani anche perché qualcuno era leggermente in ritardo. Ma siamo all’inizio, il serbatoio è pieno. Sono partite che danno energie importanti a prescindere, ci arriviamo con la giusta condizione, dopo una partita ben giocata con il Barcellona. Lukaku? Giocherà se darà le garanzie, altrimenti giocherà un altro”.
IL GRUPPO – “Siamo all’inizio di un percorso. C’è tanta gente che parla del mercato in entrata e non delle uscite. Sono andati via giocatori che erano fondamentali, sostituiti con ragazzi di valore ma senza ancora esperienza internazionale. Questo percorso andrà fatto, sarà importante la crescita del valore della rosa. Tramite il lavoro stanno migliorando, devono crescere dal punto di vista tattico, fisico, mentale, di autostima. Ci vorrà del tempo, chi ha tempo non aspetti tempo. Noi lavoriamo in maniera importante e ringrazio questi ragazzi. Dovremo fare degli step, un percorso e negli anni capire dove andare, migliorare e crescere in tutto. Stiamo lavorando giorno e notte per cercare di portare la macchina a 200 all’ora”.
LA CLASSIFICA – “Quando ha la minima possibilità di essere competitivo, devi vedere la situazione in cui ti trovi e lottare per vincere. Io ho visto questo nel momento in cui ho parlato con i direttori e con il presidente. Ho visto questa possibilità, poi tra il dire e il fare c’è tanto. Si abusa spesso della parola ‘vinciamo’, ma bisogna tramutare in fatti quello che viene detto. In pochi sanno cosa bisogna fare e cosa comporta arrivare alla vittoria. Devo cercare di trasferire questi concetti, ma sono qui per questo. Cerco di lavorare con un gruppo che mi ha dato una disponibilità straordinaria”.
POLEMICHE ARBITRALI – “Sono stato il primo dopo Barcellona a dire che le decisioni arbitrali per i miei calciatori non dovevano rappresentare un alibi, ma ho parlato di un malessere che ho percepito dall’inizio. Se pensate che io voglia cercare scuse, siete lontani anni luce. Abbiamo fatto degli errori che si potevano evitare e su questi errori costruiremo qualcosa di positivo, per evitare di perdere la partita. Per il resto parto dal presupposto che vince sempre il migliore, al di là degli episodi”.
IL PASSATO – “La petizione contro la mia stella allo stadio della Juve? Dispiace che Agnelli sia intervenuto. Intervenendo ha dato importanza ad una proposta becera, volgare, priva di valori. Ha dato spazio all’ignoranza. Io non lo devo neanche toccare questo argomento. Fino a dieci giorni fa ho detto che la colpa era vostra per lo spazio che date a queste cose becera. Io non devo ringraziare niente e nessuno, sarebbe stato meglio non dare spazio a questi deficienti, ignoranti e stupidi”.
OBIETTIVI – “Noi dipenderemo molto dalla nostra crescita, dalla crescita dei singoli calciatori. Ci sono in questa squadra dei buoni giocatori che possono diventare top attraverso il lavoro. E’ l’unico modo, il mio compito è quello di aiutare ogni singolo giocatore a migliorare. Aiutando il singolo, aumenta la percentuale di migliorare il gruppo. Da parte mia, non posso far altro che mettermi a disposizione con il mio staff, i ragazzi hanno voglia di diventare protagonisti, di essere dei giocatori che possono dire la loro in futuro. L’unico modo è il lavoro, lavorare e migliorare. Cosa noi faremo? Passa dalla crescita singola e collettiva della squadra”.
APPROCCIO ALLE PARTITE – “Dati alla mano le accelerazioni del primo tempo sono simili a quelle del secondo. Il problema è che nel secondo tempo abbiamo difeso andando indietro, nel primo tempo andavamo in avanti. E’ questa la cosa più negativa della partita con il Barcellona. Nella nostra testa comunque dobbiamo pensare a far male nella fase di possesso, in quella di non possesso dobbiamo andare avanti e non indietro. Poi ci sta che al Camp Nou contro il Barcellona ti fai schiacciare, ma il nostro pensiero dev’essere rivolto a far salire la squadra in qualsiasi momento”.
LA MANO DI SARRI – “La Juventus ha già una propria idea. Stiamo parlando di una squadra che ne ha vinte cinque e pareggiata una. In Champions una vinta e una pareggiata. Ha già una fisionomia, è una squadra che è abituata a vincere, che ha in rosa giocatori abituati a vincere. E’ una squadra fatta sotto tutti i punti di vista. Hanno esperienza, trascorsi importanti. La Juventus è una squadra che ogni anno aggiunge e non sostituisce, anche quest’anno. Complimenti a loro, per otto anni hanno martellato, mentre le altre hanno fatto un percorso inverso. Per questo in Italia si è creato un gap difficile da colmare, noi abbiamo iniziato la rincorsa per riposizionarci vicini. Ma loro hanno una squadra già fatta, hanno tutto. Noi stiamo crescendo per cercare di iniziare questo percorso”.
L’ODIO NEL CALCIO – “Il messaggio ai tifosi ho cercato di darlo dieci giorni fa. Abbiamo la fortuna di fare uno sport amatissimo nel mondo, dobbiamo essere di esempio, trasmettere valori positivi ed essere entusiasti di giocare a calcio. Rimane uno sport, non una guerra. A volte dimentichiamo questo. Uno sport che deve tramandare valori umani e sportivi positivi, non odio e violenza. Altrimenti sono il primo a dire basta, non mi tiene nessuno a fare l’allenatore. Questo noi dobbiamo fare, sarà sempre più difficile altrimenti. Le generazioni stanno venendo su che sono una bellezza. C’è solo da aver paura, io con l’esperienza in Inghilterra son tornato e sono in difficoltà perché vedo delle situazioni e dico: ‘Ma chi me l’ha fatto fare!’. Fin quando la passione per questo sport supera queste situazioni è ok, ma quando queste situazioni mi fanno passare la passione dirò basta. Il calcio se ne farà una ragione”.