«Quando ho visto il gol di Douglas Costa contro la Lokomotiv Mosca mi è venuto spontaneo urlare “ooohhhhh!”». Il fatto che anche Mircea Lucescu sia rimasto senza parole la dice lunga sulla magia in slalom del brasiliano che ha garantito alla la qualificazione agli ottavi di Champions League con due giornate d’anticipo. Già, perché il santone romeno, ex allenatore anche di Pisa, Brescia, Inter e Reggiana, è una sorta di padre calcistico del numero 11 bianconero. «Duki mi chiama papà dai tempi dello Shakhtar Donetsk. L’altra sera ha segnato un gol bellissimo in Champions, ma lui ha le potenzialità per realizzare reti del genere ogni partita. Fidatevi di me che lo conosco benissimo: l’ho portato in Europa dal Brasile quando era un ragazzino di 20 anni e di giocate così gliene ho viste fare tante».
Se ripensa al giorno che ingaggiò il suo gioiellino?
«Prendemmo Duki dal Gremio e Alex Teixeira dal Vasco dopo averli visti al Mondiale Under 20 in Egitto. Io ho sempre avuto una passione per i talenti brasiliani. Il mio presidente avrebbe voluto portare in Ucraina anche Neymar, ma non era possibile… (risata)».
Immagina Douglas Costa più goleador in futuro?
«È un giocatore molto generoso, preferisce l’assist al gol. Però per il suo mix quasi unico di abilità tecnica, controllo di palla, velocità e bravura nell’attaccare gli spazi può e deve segnare molto di più. Douglas Costa, come qualità, non ha nulla da invidiare a Mbappé del Paris Saint Germain».