Il sistema delle multe al Chelsea di Lampard ha fatto molto discutere. Cifre abbastanza importanti per mancanze relativamente “leggere”, come un ritardo. Nell’idea del tecnico dei Blues, un qualcosa che può aiutare a disciplinare i suoi ragazzi, alcuni dei quali sono molto giovani. Ma se Frankie avesse chiesto lumi all’ex compagno di nazionale Richards, forse avrebbe evitato il suo decalogo. Le multe servono a poco, specialmente in alcuni casi. L’ex difensore di City e Fiorentina, parlando a BBC Radio 5, racconta di come al City si occupasse in parte di raccogliere i soldi delle sanzioni. E che c’era qualcuno che, nonostante tutto, continuava a fare…di testa sua.
RITARDATARIO – Neanche a dirlo… SuperMario Balotelli. Un ritardatario cronico. “Tutti quanti sembravano aver sincronizzato gli orologi, ma Balotelli era sempre in ritardo. Donavamo il ricavato delle multe in beneficienza e per Natale avevamo sempre almeno 100mila o 150mila sterline, tutti soldi messi da Mario perchè arrivava tardi. Magari era già nell’edificio, ma se avevamo un incontro al piano di sopra, lui era di sotto a rilassarsi. E arrivava alle riunioni sempre mezzo addormentato”. E quindi, via con le multe a colpi di sterline. Volendo, si poteva anche contestare ma…non era una buona idea. “Significava andare nell’ufficio dell’allenatore con Kompany. E lui portava con sè un grafico con tutte le multe. Vincent è come un insegnante, anzi, un preside. Uno dei quei tipi che quando lo vedi giri al largo”.
AMICO DI TUTTI – Ma il belga non poteva essere sempre presente e controllare tutto. Quindi, spiega Richards, chiedeva aiuto. Forse però…alla persona sbagliata. “Kompany era un tipo impegnato, teneva lui il conto delle multe, ma visto che io ero una specie di vice-capitano, uno dei leader dello spogliatoio, mi chiedeva di occuparmene. Ma io non andavo a dire all’allenatore ‘Tizio è arrivato tardi’ oppure ‘Caio non ha messo il fratino in lavatrice’. Quindi i problemi c’erano solo se ti beccava Kompany. Io non sono una spia”. Anche questa predisposizione d’animo di Richards, però, non poteva salvare SuperMario… “Io cercavo di essere amico di tutti. E spesso ho detto a Balotelli ‘va bene, tranquillo, per oggi non fa niente’. Ma siccome faceva tardi almeno una volta a settimana, non è che potessi farci molto…”.