Mercato? No grazie. Almeno per quanto riguarda il centrocampo, nonostante , il battaglione a disposizione di Maurizio Sarri è ben fornito. Anche perché, con il tedesco fuori per circa tre mesi, si possono spalancare le porte per l’insediamento ufficiale di nella batteria dei titolari. Il francese si può a tutti gli effetti considerare il colpo del mercato di gennaio, sebbene frequenti la Continassa già da quest’estate. Ha recuperato dal problema agli adduttori che lo ha tenuto ai box nelle ultime due settimane e adesso si candida a prendersi un ruolo da protagonista della Juventus, la più lesta di tutte a convincere l’influente mamma Veronique in tarda primavera. Ci è voluto un lungo lavoro ai fianchi per strappare l’ex Psg alla concorrenza dei più grandi club europei, Barcellona su tutti. Opera di convincimento condotta in prima persona da Fabio Paratici, che ce l’ha fatta con la forza del silenzio e la ferrea convinzione di poter raggiungere l’obiettivo.
Rabiot, ora serve la svolta
Rabiot è stato un pallino storico della Juventus, sin da quando il ragazzo è sbocciato agli ordini di Laurent Blanc nella stagione 2013-2014, quella in cui si è messo in luce agli occhi di tutto il mondo. Ma tutti, visto l’indiscutibile valore tecnico del giocatore, si aspettavano un apprendistato bianconero più rapido. Così non è andata, anche nel confronto con Matthijs De Ligt il centrocampista classe ’95 è parso più indietro. In questo senso, la componente caratteriale gioca un ruolo chiave: Adrien è un tipo introverso, più chiuso rispetto all’olandese. Giovanissimo, ma con un senso della leadership piuttosto spiccato, in considerazione del fatto che all’Ajax gli hanno consegnato tanta responsabilità in pochissime stagioni da professionista. Questione di cultura calcistica, ma Rabiot è chiaramente partito più indietro rispetto agli altri nuovi acquisti, anche dal punto di vista del ritmo partita.