in

Torino, rivolta in Curva Primavera. “Portiamo Cairo in tribunale”

Pierluigi Marengo, 62 anni, avvocato civilista di Torino e scrittore, tifoso granata, nel 2005 salvò il dalla completa sparizione dopo il fallimento del club di Cimminelli. Ben prima che si manifestasse Cairo, comparso all’improvviso dal nulla, Marengo e altri 15 tifosi, soprannominati “lodisti”, scesero in campo in prima persona per tener viva la fiammella e far resuscitare subito il club grazie al lodo Petrucci. Quasi miracolosamente riuscirono a iscrivere il Toro al campionato di serie B, mantenendo così in vita il legame ufficiale con lo storico Torino nato nel 1906, fallito con Cimminelli. Se oggi il Toro esiste a 113 anni dalla fondazione, il merito è per l’appunto di quei 16 “lodisti” capitanati dall’avvocato Gigi Marengo. Urbano Cairo arrivò molto dopo: nella seconda metà di agosto. Consentì la prosecuzione dell’attività sportiva a livelli immediatamente più alti e garantiti economicamente, in B. Ma non fu lui a salvare formalmente il Toro dalla sparizione. Non fece nulla nelle settimane precedenti, mentre il club moriva, in quei pochissimi giorni in cui si poteva accedere al lodo Petrucci, unica ancora di salvezza. In quell’estate del 2005, fino a inizio settembre, il presidente del Torino era appunto Marengo. Che adesso, 14 anni dopo, scende di nuovo in campo al fianco dei tifosi granata. E ci dice: «A seguito di precise richieste di svariati tifosi presenti in curva Primavera la sera di Torino-Inter, quando scoppiarono quei gravi scontri prima della partita (23 novembre, ndr), io e altri 3 colleghi, Daniele Labbate, Paolo Alberto Reineri e Paolo Rendina, tutti del Foro di Torino, abbiamo esaminato la situazione sotto il profilo della responsabilità civilistica in capo al Torino Fc, per quanto avvenuto».

Avvocato Marengo, porterete il Torino di Cairo in Tribunale per difendere i tifosi vittime e non autori di violenze?
«Sì. Dalla disamina dei fatti, comparati con la normativa vigente e in particolare con la determinazione numero 39 del 25 settembre 2019 del Ministero degli Interni, ovvero il provvedimento normativo che regolamenta la gestione della sicurezza all’interno degli stadi e prevede precisi obblighi per le società sportive, noi legali abbiamo rilevato una evidente responsabilità del Torino Fc in relazione a quanto successo».

La vostra ricostruzione qual è?
«Mi riferisco agli scontri di cui si sono resi colpevoli gruppi di ultrà interisti entrati in curva. Hanno causato un fuggi fuggi generale di famiglie, anziani, bambini. Tutte persone normali, che erano regolarmente sedute sul loro seggiolino per vedere la partita. Una ventina di persone ci ha già ufficialmente incaricato a procedere con cause civili per danni patiti nei confronti del Torino Fc. Sì, porteremo il Torino di Cairo in tribunale. E vi garantisco che siamo letteralmente inondati di richieste da parte di tanti altri tifosi, anch’essi pronti a procedere. Difenderemo anche loro».

Nessuna class action?
«Era la prima ipotesi. Ma poi, valutando la normativa italiana vigente relativa alla class action, che non è certo efficace come negli Usa, si è preferito optare per singole cause individuali, ovviamente tutte uguali tra loro, proprio per meglio tutelare i nostri assistiti. Siamo solo all’inizio. Chiunque si ritenga parte lesa potrà avviare una causa contro il Torino, di qui a 5 anni, prima della prescrizione».

Sappiamo che proseguono quotidianamente i vostri incontri per preparare le cause.
«Entro la settimana prossima presenteremo una formale richiesta al Torino Fc, alla questura di Torino e all’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive: chiederemo, come da nostri diritti, una serie di documentazioni propedeutiche all’azione legale, come ad esempio l’atto di nomina del delegato della gestione dell’evento, il piano operativo di sicurezza, i verbali delle riunioni del gruppo operativo di sicurezza, il piano di utilizzo degli steward, le relazioni sull’andamento dell’evento e altro. Le prime cause saranno avviate in tribunale a fine gennaio. Dobbiamo aspettare che i soggetti indicati ci rispondano entro i tempi previsti dalla legge».

La richiesta danni?
«Sarà molto bassa, di scarsa valenza economica. Il diritto italiano in ambito civilistico non prevede il danno morale e il danno punitivo, tipicamente americano. Per cui possiamo valutare il danno che si riferisce al costo sopportato per il biglietto o l’abbonamento, unito a una richiesta economica per il danno esistenziale. Ma è enorme il significato delle singole azioni legali, che in futuro diventeranno centinaia e centinaia, a pioggia. Ci viene chiesto di certificare una inadempienza da parte del Torino Fc, anche al fine di evitare che in futuro ci possano essere nuove ammissioni di tifoserie ospiti in curva Primavera».


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


Tagcloud:

La Juve vota Lione ma non teme il Real Madrid

Sarri e Juve: con la DH7 è scoccata la scintilla