La premonizione di Martin Jol, tecnico che ha lanciato il danese – allora diciassettenne – in prima squadra nell’Ajax, sta per prendere corpo: paragonava il gioco di Christian a quello di Sneijder, altro talento della scuola di Amsterdam
Nel gennaio di tre anni fa, Antonio Conte va a giocare un derby a casa Tottenham. Il suo Chelsea comanda la Premier, davanti al Liverpool, ed è lanciatissimo. Tredici vittorie di fila, non lo ferma nessuno. Così sembra, finché non arriva Christian Eriksen, con il suo fisico da piccolo armadio, i piedi deliziosi e lo sguardo velocissimo, capace di leggere prima degli altri da che parte va il gioco e dove finirà il pallone.