TORINO – Perdersi per ritrovarsi. Un ritornello che suona particolarmente bene anche per la Juventus. C’è un aggettivo che più di ogni altro risuona in maniera fastidiosa: passiva. Così è stata Madama a Napoli. Spenta, quasi spettatrice degli eventi. Ed è questa sensazione che più di ogni altra cosa ha amareggiato Maurizio Sarri, nonché tutti i giocatori. Tutti, già. Nessuno escluso. L’arrabbiatura di Cristiano Ronaldo è quella del capopopolo, ma pure gli altri non hanno certo lesinato sorrisi al fischio finale. C’era da riflettere, da perdersi, appunto. Non è la sconfitta che fa male, anche perché è solo la terza finora maturata nel corso di questa stagione: di una Juventus prima in campionato, prima nel girone di Champions League e già in semifinale di Coppa Italia ci sono ben pochi argomenti di cui lamentarsi. Poi, innegabilmente, c’è sempre da migliorare. Motivo per cui Sarri e la squadra, nell’allenamento di ieri, si sono guardati in faccia. C’è stato un primo confronto dopo la lezione del San Paolo, in un contesto disteso: non è sicuramente un ko, seppur doloroso, a far volare gli stracci in uno spogliatoio dove da quasi nove anni vige assoluta armonia. Ci è voluta, però, una presa di coscienza da parte di tutti: può esistere una Juventus che sbaglia partita, ma non potrà più esistere una Juventus passiva. Dunque, la sconfitta contro Gattuso e compagnia avvia un percorso di miglioramento collettivo. Ci voleva una porta in faccia per cambiare marcia e così sarà. L’obiettivo? Vedere la Signora come non si è ancora mai vista, con continuità totale.
Già, la missione di Sarri è ben precisa. Tanti gli spunti di riflessione sui quali il gruppo ha avuto modo di pensare. A partire dalla gestione della palla: serve maggiore velocità nei tocchi e più riferimenti in ampiezza. Ma soprattutto urge scrollarsi di dosso la poca cattiveria quando c’è da difendere. Il tecnico bianconero ha preso in considerazione l’esempio più calzante in questo senso: il gol subito da Cengiz Under in Coppa Italia contro la Roma. Una rappresentazione di ciò che, d’ora in avanti, la Juventus non dovrà mai più essere: svagata e pure un filino troppo rilassata. Nessun dramma, dalle parti della Continassa, anzi uno sguardo maturo sul presente e su ciò che dovrà essere il futuro da parte di tutti. A partire dalla Fiorentina si cambia spartito mentale.