TORINO – Il ko di Reggio Emilia, le sette bruttezze nell’incrocio con l’Atalanta, l’uscita dalla Coppa Italia ai quarti di finale: tre sconfitte consecutive il Toro non le aveva mai incassate, in stagione. Contro il Milan si è avuta la reazione dopo lo svantaggio, ma pure il crollo nei supplementari. Questa squadra con valori buoni in difesa e importanti in attacco, con tre eccellenze quali Ansaldi (ora fermo), Belotti e Sirigu, giocatori importanti come Izzo e Nkoulou e la maggioranza che rende discretamente rispetto alle proprie possibilità (Rincon e Bremer, ad esempio) o che si trova in piena crisi di identità (Verdi e Meité, spesso Ola Aina), può anche infilare una tale serie negativa. Il problema è la lettura, delle sconfitte: la prima, a Reggio Emilia, fallendo l’ennesima opportunità di radicarsi nelle zone alte della classifica, la seconda e più grave cedendo totalmente all’Atalanta e collezionando una figuraccia storica, quindi a Milano negandosi la Juve e quella semifinale di Coppa Italia mai raggiunta, come troppe altre cose, da Cairo. Letture che hanno fatto divampare una contestazione nemmeno troppo latente, e che il successo anche tattico di Roma e il seguente, pur striminzito e fortunoso, contro il Bologna avrebbero potuto contenere. I granata hanno invece prima messo in mostra errori tattici (a Reggio), quindi una disarmante debolezza mentale (Atalanta), infine una inferiorità tecnica contro un Milan che non è certo quello degli anni d’oro. Al netto della mancata espulsione di Rebic: episodio dentro al quale Mazzarri infila ogni responsabilità, per l’eliminazione. […]
Cairo non smania per cambiare allenatore a stagione in corso, per ragioni economiche e di programmazione, ma è chiaro che adesso stia valutando come procedere. Molto difficile pensare che nulla possa cambiare, se il Torino dovesse sbagliare prestazione anche al Via del Mare. Il Mazzarri visto a Milano è l’immagine di un allenatore sconquassato dalla delicatezza del momento, spesso appoggiato alla sua panchina, senza la solita carica da trasmettere ai giocatori. Eppure agitato: tanto che Belotti, poco prima che il tecnico fosse ammonito per proteste, lo invitava alla calma. «Questa squadra, i giocatori, si sono sempre aggrappati a me: è successo anche dopo lo 0-7». Una frase che ulteriormente restituisce l’immagine di un tecnico che sente il peso della situazione. […]