TORINO – Sono passati pochi minuti dalla fine della partita, quando scriviamo queste righe di getto: Lecce batte Torino 4 a 0. Complimenti ai pugliesi: in tutto e per tutto. Un’altra vergogna totale, per i granata. E ci domandiamo anche noi giornalisti: Cairo continuerà ad andare avanti con Mazzarri o adesso lo esonererà, visto che è anche terminato il mercato e il presidente non rischia spese ulteriori? Per tutta una serie di ragioni fin ovvie, non ci stupiremmo se ora Cairo cacciasse Mazzarri, addossando a lui tutte le colpe del mondo. Anche quelle non propriamente sue, naturalmente. Il solito film, insomma, di questi 10, 15 anni. Ma chi crede ancora, ormai, a Cairo?
LA CONTESTAZIONE DIVAMPA CONTRO CAIRO E WM – E’ l’ennesima Waterloo di Cairo e di Mazzarri, questa. Di Mazzarri, certo: perché da mesi è un allenatore in balia di uno spogliatoio fragile, egoista, immaturo e diviso, che fin dall’autunno ha cominciato a credere sempre meno nel tecnico, le cui colpe e responsabilità sono innumerevoli. Uno spogliatoio che però ha il dente avvelenato anche contro Cairo per una serie svariata di ragioni individuali e collettive. E lo scriviamo senza per questo voler dare neanche lo straccio di un alibi a questi giocatori senza orgoglio, senza cuore, senza anima, senza dignità, senza rispetto. Ma sempre bravissimi a lamentarsi e a intascare gli stipendi. Cairo ha voluto andare avanti con Mazzarri nonostante tutto e tutti, in questi mesi. Non ha creato una società all’altezza, ha addirittura aperto i cancelli dei recinti. Non ha attenuanti. E ha persino indebolito la squadra, nell’ultimo mercato di gennaio, con 4 cessioni e zero acquisti. Il fallimento tecnico di Mazzarri e dei giocatori è sotto gli occhi di tutti da mesi. Ma il default strategico e societario di Cairo, da cui dipendono tutte le decisioni chiave e le omissioni peggiori, è l’unica vera radice di questa “mala pianta” granata. Non a caso la contestazione popolare, ormai inarrestabile, ha nel mirino da mesi anche Cairo e non solo l’indifendibile Mazzarri. Vedi anche lo striscione esposto ieri dai tifosi granata a Lecce.
LA NAVE SI STA INABISSANDO A VELOCITA’ SUPERSONICA – Per Mazzarri, 15 gol subiti in 3 partite, dopo la vergogna contro l’Atalanta e la sconfitta col Milan in Coppa Italia (17 reti subite nelle ultime 4 gare, ovviamente tutte perse: dal Sassuolo in poi). La nave si sta inabissando a una velocità sempre maggiore. Per la cronaca, prima vittoria del Lecce in casa in questa stagione (comunque aveva già battuto i granata a Torino; 6 punti d’oro nella corsa salvezza).
UNA SQUADRA VERA CONTRO IL NULLA – La partita è stata giocata da una squadra vera, il Lecce, contro il Nulla granata. La fase difensiva mazzarriana si è rivelata fin risibile. Un colabrodo. Dopo 19 minuti i pugliesi, agili e combattivi, veloci e affamati, erano già sul 2 a 0. Gol di Deiola (il 1° in A) all’11’ e poi dell’ex udinese Barak, appena preso dal Lecce (bruciando proprio il Torino, manco a dirlo). Nel primo caso, sull’assist quasi dalla bandierina di Saponara, Deiola tutto solo al limite poteva facilmente infilare di prima: un gioco da ragazzi (il granata più vicino? A 5 metri come minimo). Una barzelletta, comunque, anche il 2° gol, nato da due rinvii inciuccati in sequenza prima da Aina e poi da Djidji, fino alla botta (quasi un rigore in movimento) del nazionale ceco.
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LECCE, 2 GOL IN MENO DI 20′: ERA DAL 2005 CHE… – Per la cronaca, era dal 2005 che il Lecce non segnava due reti in A nei primi 20 minuti di gioco. E successivamente, già nel primo tempo, ha anche sfiorato il 3 a 0, in specie con Lapadula (miracolo di Sirigu su un tocco ravvicinato). Inesistente il Toro, quanto a gioco, ferocia, motivazioni, impegno, orgoglio, struttura tattica. Nessun problema per il portiere giallorosso Vigorito. Giusto nel finale, dopo l’uscita di scena di Verdi (infortunio muscolare alla coscia sinistra: e Iago è stato appena ceduto…), il Toro (con Millico a quel punto in campo) trovaVa casualmente il 2 a 1, che però veniva annullato da Rocchi, su consiglio dei varisti (punizione di Belotti dal limite e deviazione fortuita di De Silvestri a spiazzare Vigorito; ma il terzino era scattato in posizione di leggero offside, secondo i varisti).
DISFATTA TOTALE – Il Nulla granata continuava anche nel secondo tempo, che oltretutto si apriva con un brutto spavento per Belotti (problemi a una caviglia). Entrava Edera, usciva Djidji: passaggio al 4-3-3. Inguardabili, quelli del Toro: praticamente tutti. Un gruppo di fantasmi scollati. I quali, “ovviamente”, non potevano che beccare anche altri gol. Dapprima il 3 a 0: missile di Falco dal limite all’incrocio, con il talentuoso attaccante leccese anche lui libero di avanzare, prendere la mira e colpire (al 19′). Quindi arrivava pure un rigore per un fallo ingenuo di Bremer su Falco: trasformazione perfetta di Lapadula al 33′, 4 a 0. Striscione esposto nel settore dei tifosi granata: “Cairo, ci hai rotto le palle”. Non servono altri commenti, crediamo.