Il nemico del mio nemico, si sa, è mio amico. Un adagio vecchio quanto il mondo, ma che nel calcio assume forme davvero particolari. Ci sono giocatori che diventano eroi…per vie traverse, causando gioie non tanto ai propri tifosi, quanto a chi non sopporta determinate squadre. Marco Asensio, tanto per fare un esempio, è forse più celebre tra chi va contro alla Juventus che tra la stessa aficion del Real Madrid, grazie al 4-1 realizzato nella notte di Cardiff alla Signora. E quindi succede anche che all’Olimpico, nella partita che per la Lazio può valere il secondo posto, spunti uno striscione che ringrazia…un giocatore del Verona.
PAZZINI – L’eroe della Nord, neanche a dirlo, è Giampaolo Pazzini. L’attaccante, oggi in Veneto, è entrato nel cuore del tifo biancoceleste ormai dieci anni fa, quando una sua doppietta è di fatto costata lo scudetto alla Roma di Ranieri. Il 25 aprile 2010 all’Olimpico è stato psicodramma giallorosso, con i capitolini che finiscono il primo tempo in vantaggio con gol di Vucinic, ma che nella ripresa crollano sotto i colpi del bomber toscano. A fine stagione a mancare all’appello sono proprio quei due punti e l’Inter può festeggiare il Triplete e i cugini dei giallorossi…lo scampato pericolo. Da quel momento in poi, il “Pazzo” entra nel Pantheon del tifo laziale.
BEFFA – Dunque, dopo la coreografia con l’aquila che stupisce il mondo, la Curva Nord decide di onorare l’attaccante degli ospiti con il più classico degli striscioni: “25/4/2010, grazie Pazzini”. Parole che, nell’infuocato clima derby che a Roma non si spegne mai, sono già nella storia della rivalità tra giallorossi e biancocelesti. Per la Lazio, però, quasi finisce in beffa. Intanto…Pazzini non entra, quindi non può ricevere l’applauso che i tifosi laziali gli tributano ogni volta che gioca contro di loro. E poi il Verona rompe le uova nel paniere a Inzaghi e ai suoi, portando a casa un punto che impedisce ai capitolini di superare l’Inter. L’eroe della serata stavolta è Marco Silvestri, portiere dei veneti, che para tutto il parabile. E che non si stupirà di certo se un giorno, in futuro, dovesse ricevere uno striscione di ringraziamento da parte della Curva Sud. In fondo, a Roma è sempre derby.