Gonzalo Villar sa l’importanza dell’occasione che gli sta dando la Roma. Il giovane centrocampista spagnolo è arrivato nella capitale negli ultimi giorni di mercato, Petrachi crede molto in lui, tanto che lo ha prelevato dalla serie B spagnola, dall’Elche. Il classe ’98 ha già esordito in casa del Sassuolo, non propriamente il miglior debutto, ma Villar non si abbatte. Il centrocampista giallorosso ha parlato in un’intervista al quotidiano spagnolo ‘AS’:
Come sono stati i tuoi primi giorni da romanista?
Li ho vissuti grande entusiasmo. Sono stato presentato ufficialmente un paio di giorni fa ed è stato tutto molto bello. È fantastico essere qui a 21 anni. Era uno degli obiettivi che avevo da bambino. Ora voglio diventare un giocatore importante di un club storico come la Roma.
Hai lasciato l’Elche, dove eri uno dei giocatori di riferimento, per fare un salto di categoria molto grande.
Sì, è un grande salto, ma mi considero molto preparato ad affrontarlo. Mi sono divertito molto con l’Elche e sono molto grato a loro, ma volevo fare quel salto e ora devo dimostrare che sono pronto per questo.
Ci racconti il tuo trasferimento?
La prima notizia mi è arrivata a metà dicembre. I miei agenti mi dissero che la Roma mi stava seguendo sia con l’Elche che con la nazionale e che erano molto interessati a prendermi. Ho detto loro di vedere come andavano le cose e a gennaio tutto è stato fatto. È stato un mese difficile, di trattative, ma la Roma ha scommesso pesantemente su di me ed eccomi qui.
Nella tua presentazione hai affermato di aver perso chili durante quei giorni a causa della tensione.
Sì, soprattutto in due o tre giorni chiave per la sua chiusura. Ero molto nervoso. Ho perso un po’ di appetito e perso un paio di chili.
Cosa ti ha convinto della Roma?
Petrachi, il direttore sportivo, e Paulo Fonseca, l’allenatore, mi hanno parlato e mi hanno dato molta fiducia.
Cosa vuole da te Fonseca?
Ha uno stile molto simile a quello che facciamo in Spagna. Gli piace avere la palla ben giocata da dietro e avere l’iniziativa. Quello che mi chiede è quello che mi piace fare. Non ci saranno problemi con lo stile di gioco. Vogliamo il possesso, a me piace stare vicino alla palla. Questo modo di giocare va molto bene per me e quello che voglio è adattarmi a Roma il prima possibile in modo da poter aiutare rapidamente la squadra.
In quella posizione la Roma ha perso una leggenda come De Rossi.
È chiaro che è una leggenda per tutti i romanisti. Ma voglio offrire la migliore versione di me stesso qui. Non mi farebbe bene iniziare a confrontarmi con lui, per cui sarò la migliore versione di Gonzalo Villar.
Hai debuttato, hai avuto qualche minuto col Sassuolo. Cosa hai capito già del calcio italiano?
Tutti vogliono giocare e il campionato sta crescendo molto. È un campionato molto lottato, come sta accadendo in Spagna. Veniamo da un paio di sconfitte e pensiamo solo a riprenderci oggi contro l’Atalanta. È un avversario molto complicato, il prossimo rivale del Valencia in Champions League. La squadra di Gasperini è di altissimo livello, ma è una partita molto importante per noi. Qui chiunque può batterti. Dovremo combattere.
Si parla sempre della difficoltà nel giocare a centrocampo in Italia.
C’è qualità. È vero che è un campionato abbastanza fisico, ma voglio dimostrare che posso essere un pezzo importante negli schemi della Roma.
Ti è già stato detto che cos’è il derby?
Sì, ma ho avuto la sfortuna di non poterlo vivere dal vivo. È stato giocato una settimana prima della mia firma. Non vedo l’ora di dirtelo in prima persona.
Tu, Carles Perez, Roger Ibáñez: tre giocatori molto giovani. È un messaggio chiaro da parte del club.
Non solo noi. Justin Kluivert, Zaniolo erano già in squadra. La squadra si sta rigenerando, ma anche i veterani sono al top per consentirci di adattarci rapidamente. Il mix è molto buono per raggiungere gli obiettivi che abbiamo.
La Roma dovrebbe arrivare tra le prime quattro.
Sì. Siamo a tre punti dall’Atalanta e questa partita è molto importante, daremo il massimo.
La cosa più sorprendente della tua partenza dalla Spagna è che il Valencia aveva parte dei tuoi diritti. Non hanno fatto un’offerta per te o è stata più una tua decisione di andare in Italia?
Avevano l’opzione, ma la decisione era mia, ho sentito che la Roma stava scommettendo di più su di me rispetto a quanto voleva fare il Valencia e ho preso questa decisione. Sono grato al Valencia perché hanno mostrato interesse nel riacquistarmi, ma la cosa ideale per me in quel momento era venire a Roma per la scommessa che avevano fatto per me, ma auguro al Valencia il meglio.
Cos’è stato Pacheta per te?
Gli devo tutto. Da quando sono arrivato all’Elche si è comportato come un padre con me. E non solo quando le cose andavano bene, ma anche quando sbagliavo. A 20 anni sei molto giovane. Mi ha preso e mi ha detto “non giocare per questo e quello”. Quando ho sbagliato, me l’ha detto in faccia. Ho continuato a lavorare. Quest’anno è andato tutto benissimo, ma l’anno precedente è stato più difficile per me, ho avuto un piccolo infortunio. Ero e sarò sempre grato a lui.
La Roma ha delle leggende, ma anche l’Elche… Com’è stato condividere il campo con Nino?
È pazzesco. È appena diventato il capocannoniere nella storia del club, cos’altro si può dire…