C’è il tallone d’Achille e ci sono i polpacci di Giorgio Chiellini. Adesso, dopo quattro episodi in sei mesi, si può parlare anche degli adduttori di Miralem Pjanic. Ieri la partita del 29enne centrocampista bosniaco è durata otto minuti: dal 20’ della ripresa, quando è entrato al posto di Aaron Ramsey, al 28’, quando è uscito dal campo accompagnato dallo staff medico bianconero. L’ex romanista ha lasciato il posto a Blaise Matuidi ed è tornato in panchina tra il dolorante e l’arrabbiato per l’accaduto visto che aveva concordato di non giocare a causa della stanchezza post San Siro.
La perla di Pjanic su punizione regala tre punti alla Juventus
Rincorsa Champions
Tra nove giorni – il 26 febbraio – riprende la Champions. Non dovesse trattarsi di un falso allarme, il rischio di saltare la sfida europea contro la sua ex squadra sarebbe concreto. Nessuno si sbilancia, negli ambienti bianconeri. Un po’ perché nelle prossime ore Pjanic effettuerà gli esami e a quel punto il quadro sarà più chiaro. E un po’ perché il regista bianconero ha dimostrato in questi mesi una certa conoscenza dei segnali del proprio corpo. È vero che quello subito ieri contro il Brescia è il quarto stop a causa degli adduttori, ma in due dei tre precedenti (settembre, ottobre e novembre) poi non ha saltato le partite successive e soltanto in un caso è rimasto a riposo precauzionale per una giornata. Se sarà così anche stavolta, si capirà oggi.