Porte aperte o chiuse? La dottoressa Marisa Muzio, ex nazionale di nuoto, spiega come l’assenza di spettatori incide sulla mente dei giocatori, ma che sono i rinvii improvvisi a causare conseguenze psichiche più importanti
Insicurezza, demotivazione e tensione. I continui dietrofront legati al calendario del campionato, scosso dall’emergenza del coronavirus, sconvolgono l’equilibrio dei calciatori. Il viaggio a vuoto del Milan a Torino, già in albergo quando è arrivata la decisione del rinvio della semifinale di Coppa Italia. Così come la Fiorentina, rimandata a casa a sei ore dal fischio di inizio del match contro l’Udinese. Una partita si gioca anche con la testa. Ed è inevitabile: il calore di 80.000 spettatori o il silenzio assordante di uno stadio vuoto hanno un effetto diverso sui giocatori in campo. E sugli sportivi in generale.