Juventus-Inter, vista con occhi neutrali, è attesa soprattutto per capire quale sarà l’ennesima polemica che dividerà ancora di più questi mondi, destinati a incrociarsi due volte l’anno (massimo tre o quattro, se c’è di mezzo qualche coppa) per poi riprendere le loro traiettorie parallele destinante a non toccarsi mai. Fra i tanti episodi clamorosi c’è anche un’altra partita, meno nota, ma ugualmente decisiva per le sorti dello Scudetto.
1983 – Corre l’anno 1983, il derby d’Italia vale più per i bianconeri, impegnati ad inseguire la Roma, che per i nerazzurri. Come previsto, Juventus-Inter regala spettacolo ed emozioni: una doppietta di Platini e un gol di Bettega non sono sufficienti alla Signora per portare a casa i due punti, perchè i nerazzurri trovano il 3-3 grazie alle reti di Altobelli, Oriali e Muller. Nel frattempo, la ventottesima giornata mette di fronte anche la Roma e l’Avellino. I giallorossi compiono il loro dovere regolando 2-0 gli irpini e la Juventus non va oltre il pari. Consegnando, di fatto, lo scudetto alla squadra di Liedholm, a cui è sufficiente un punto nelle ultime due partite.
SASSO – Il risultato però non è immediatamente omologato dalla giustizia sportiva. Molto, se non tutto, dipende da quanto accade prima del calcio d’inizio, quando un gruppo di tifosi bianconeri assale il pullman che porta l’Inter al Comunale. Un sasso frantuma il vetro del torpedone e il nerazzurro Marini rimane leggermente ferito, quanto basta per non poter scendere in campo. O, per i più maliziosi, per appellarsi alla sconfitta a tavolino. Puntualmente la CAF assegna la vittoria ai nerazzurri. Divampano le polemiche. E si spegnono. Per poi riaccendersi qualche anno dopo. E ricominciare.