Nessuna rivincita per Zizou, anche questa volta, come a Berlino il 9 luglio 2006, vince Buffon. Niente coppa, però, nelle mani di Gigi, ma solo l’accesso ai quarti di finale del torneo più difficile del mondo, quello che stabilirà il più grande juventino dell’ultimo quarto di secolo. Dopo la sfida fra Del Piero e Ibrahimovic, chiusasi con un trionfo di Alex che ha letteralmente cancellato Zlatan, ieri si sono confrontati il portiere più forte di sempre e uno dei geni assoluti del calcio mondiale. Ha vinto il portiere, con un margine molto ampio: 85% a 15% di preferenze espresse da voi attraverso il sondaggio sul nostro sito tuttosport.com e sui nostri profili social.
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Nonostante Zidane e il suo incantevole modo di ideare calcio siano rimasti nel cuore dei tifosi bianconeri, affezionati al loro numero 21, la monumentale portata del calciatore e del personaggio Buffon ha prevalso. Perché Gigi Nel sondaggio dello spagnolo Marca, CR7 batte Messi e Maradona. Lui intanto prosegue gli allenamenti a Madeira non è solo il numero uno dei numeri uno, ma anche uno di quelli che non ha abbandonato la Juventus nel 2006, che ha vissuto gli anni cupi del post Calciopoli e che è diventato uno dei pilastri per la rinascita nell’era Agnelli. Troppe cose tutte insieme perché non finiscano di pesare nel voto dei tifosi juventini, anche di fronte alla mostruosità tecnica di Zidane, che Buffon ribatte Zidane. Oggi i duri! oltretutto ha “sulla coscienza” anche ala terribile notte di Cardiff.
Insomma Buffon passa il turno e il crudele sorteggio iniziale lo metterà di fronte proprio a Del Piero in quella che sarebbe potuta tranquillamente essere una finale di questo torneo. Due amici, due campioni del mondo, due juventini con vent’anni di anzianità bianconera. Una sfida ruvidissima, invece, mette davanti da questa mattina Giorgio Chiellini ed Edgar Davids. Un difensore e un centrocampista, ma soprattutto due guerrieri, due che interpretano la partita come una battaglia e non risparmiano mai neanche un grammo del loro agonismo.
Davids è arrivato alla Juventus dal Milan, «la mela marcia» era stato frettolosamente definito dai milanisti che dovettero assistere alla trionfale esplosione del suo talento in bianconero. Chiellini è il capitano, degno erede di una dinastia che ha visto veri uomini vestire quella fascia. Lui la porta con grande sportività e senso del dovere, vivendola come l’antipasto di una carriera da leader, dietro una scrivania.
King Kong Chiellini