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Miolli, la riserva che scampò alla tragedia di Superga

Su quell’aereo avrebbe dovuto esserci anche lui, ma fu fermato dalla febbre. Il ricordo del figlio Antonio: “Ha sempre portato nel cuore quei valorosi e indimenticabili calciatori che furono anche suoi compagni di squadra”

Vito Sante Miolli aveva 19 anni quando partì dalla sua Valenzano con una valigia carica di speranza e di entusiasmo per approdare nel Grande Torino. Era un terzino grintoso che si ritrovò a vivere un’esperienza meravigliosa al fianco di campioni straordinari come Valentino Mazzola, Bacigalupo, Loik, Gabetto, Maroso, Ossola, Grezar. avrebbe dovuto esserci anche lui, ma un’improvvisa pleurite accompagnata da febbre alta lo costrinse a letto e a non partire per Lisbona in occasione dell’amichevole con il Benfica. Uno strano destino che ha lasciato una traccia indelebile in tutta la sua vita che si è spenta nel maggio del 2012 all’età di 83 anni. Il figlio Antonio porta dentro di sé il ricordo emozionante di quella intensa avventura calcistica del papà fatta di sudore, sacrifici e sano spirito sportivo. “Era un difensore ambidestro tutto cuore e grinta, bravo in acrobazia – dice Antonio Miolli che ne ha raccolto la fervida testimonianza -. Un giorno, quando giocava nel Castellana, si presentarono due osservatori del Torino che lo avevano segnalato al presidente Ferruccio Novo. Il passaggio in granata fu il coronamento di un sogno”. A Vito Sante Miolli sembrò di toccare il cielo con un dito.


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