Se c’è un personaggio nel calcio europeo che, nonostante non sia a capo di un top club, ha i mezzi per poter fare molto rumore, questi è senza dubbio Jean-Michel Aulas. Il presidente dell’Olympique Lione, società che ha reso grande a inizio secolo allestendo una squadra capace di vincere sette campionati di Ligue 1 consecutivi dal 2001 al 2008, ha presentato non uno bensì due ricorsi al consiglio d’amministrazione della LFP, la Lega Calcio francese, in seguito alla decisione presa dall’organismo in questione di annunciare la chiusura del campionato 2019-2020 dopo le disposizioni del governo transalpino. Il primo dei due ricorsi è stato redatto allo scopo di ribaltare l’esito della decisione della Lega di chiudere il campionato con una classifica che vede il Lione al settimo posto per via di un indice di rendimento ipotizzato nelle dieci giornate mancanti secondo il quale i Gones hanno perso la qualificazione ai preliminari della prossima Europa League, che a rigor di logica gli spettava per via del quinto posto nel quale orbitavano prima di questa decisione. Per la prima volta dal 1997, dunque, il Lione si troverebbe ad affrontare una stagione senza alcun impegno europeo, il che ha irritato non poco il suo istrionico presidente, uno che non le manda mai a dire e che infatti aveva già minacciato di chiedere i danni direttamente alla Lega nazionale.
DUE NODI – «La decisione è stata presa dopo molto tempo, e non si tratta di una questione di soldi», ha dichiarato ieri Aulas ai microfoni de l’Équipe. Per poi aggiungere: «Abbiamo deciso di effettuare due ricorsi. Il primo riguarda la possibile ripresa del campionato, qualcosa che potremo prendere in esame insieme al Primo ministro (Edouard Philippe, ndr) e al ministro della Sanità (Olivier Veran, ndr) attraverso i dettagli di un protocollo sanitario valido per tutti i paesi europei per valutarne la fattibilità.