Simeone tutto campo: il tecnico dell’Atletico spiega il suo calcio, intenso e attendista. Un po’ come se i suoi fossero sul ring. In una intervista riportata da AS, il tecnico dell’Atletico Madrid spiega il suo modo di intendere il gioco e la squadra…
CORRERE – Intensità, parola d’ordine. “Se mi si chiede la differenza fra Messi e Maradona dico che Leo è una macchina da gol e Diego rappresenta l’essenza del calcio argentino. In campo avrebbero benissimo potuto giocare insieme”. Magari con Ronaldo: “Aggiungere CR7 sarebbe complicato: la squadra si troverebbe con dei “buchi” in campo. Dico sempre che se uno non corre, va bene. Se due non corrono, è difficile. Se non lo fanno in tre, diviene impossibile”.
SQUADRA – Il concetto di squadra scinde dai singoli. “L’importante è l’atteggiamento. Ci sono giocatori che hanno talento, ma non capiscono quanto sia importante impegnarsi in campo e essere concentrati. Il calcio è come la boxe perché devi sapere quando è il momento di attaccare. All’Atletico, conosciamo perfettamente i nostri pregi e difetti e si è visto nella sfida ad Anfield. Sapevamo che potevamo fare del male al Liverpool e abbiamo aspettato il momento giusto. Quando sento dire che siamo fortunati, penso a una squadra Campione d’Europa che ha perso subendo tre gol in casa”.
CHAMPIONS – Simeone a questo punto insegue la terza finale di Champions. Sperando di non incrociare il Real: “La sconfitta della prima finale di Champions League non è stata un fallimento, la seconda invece sì. Siamo arrivati a Lisbona da Campioni di Spagna, ma il Madrid è stato più forte di noi nei supplementari. A Milano invece potevamo vincere prima dei rigori”. Chi sa se l’Argentina penserà a lui come CT prima o poi. Sono e resto appassionato di questo sport e di ciò che vivo che non mi vedo in nessun altra veste che non in quella di allenatore, ma può succedere di tutto”.