TORINO – “Il protocollo definitivo per la settimana prossima? Secondo me c’è la volontà di tutti, anche del ministro che ha fatto delle aperture. E’ chiaro che va cauto, la sua imposizione lo impone. Alla luce di ciò che sta accadendo nel Paese, con questa curva epidemiologica, i dati sono buoni. Questo non vuol dire mollare, non è finito nulla, dobbiamo stare attenti“. Lo ha detto Francesco Braconaro, della commissione medica della Figc, intervenendo ai microfoni di Radio Punto Nuovo. “Si tratta di una pandemia, c’è l’imponderabile nel contagio. Ha fatto bene l’Inail a fare una certa precisazione, i medici hanno mostrato disappunto non perché non volessero responsabilità, ma perché non vogliono accollarsi responsabilità su un fenomeno sconosciuto e grosso come questo“, ha spiegato. “D’altro canto i medici hanno delle linee guida, dal momento in cui saranno determinate delle linee guida, saranno seguite quelle“.
“Protocollo non applicabile in Serie C”
Il protocollo “non è applicabile in Serie C per tutta una serie di motivi che ho già avuto modo di dichiarare. Come rappresentante della Lega, la prima cosa che ho fatto, è riunire tutti prima di decidere per la sospensione del campionato“, ha continuato. “Ho raccolto tutte le difficoltà e criticità che i medici mi hanno evidenziato, un conto sono le strutture e risorse della Serie A e Serie B, ma in Serie C ci sono le strutture necessarie. Oltretutto i medici di queste squadre non sono prettamente medici sociali, spesso fanno un part time, non è il loro lavoro principale. La gestione di un ritiro per gestire 40-50 persone non è semplice – ha osservato Braconaro – ed ho raccolto tutte le perplessità sul protocollo. Pertanto, insieme a tutte altre problematiche non solo di tipo sanitario, si è deciso di sospendere il campionato di Serie C. Sulla base di altri protocolli, andranno fatte delle riflessioni“. “Attenzione: il modello tedesco, non è un liberi tutti”, ha chiarito. “Ha tutta una serie di protocolli atti a tutelare il più possibile la salute del gruppo squadra. La curva epidemiologica va migliorando, quindi saranno fatte tante altre valutazioni“.
“Confronto con il Cts su una quarantena ridotta”
“C’è un tavolo aperto di lavoro – ha dichiarato ancora – perché ci confrontiamo con il Cts e cerchiamo di ottimizzare quello che potrebbe essere il comportamento di fronte ad un giocatore positivo, che tuteli il gruppo squadra, ma che non determini di nuovo la chiusura del campionato. Vedremo se riusciremo a studiare una sorta di quarantena ridotta con controlli diagnostici e sierologici più diffusi all’interno del gruppo, una soluzione si trova“. “Questa quarantena di 15 giorni, con una partita ogni 3 giorni, un gruppo di tante persone, la probabilità che ci sia un positivo asintomatico è alta“, ha sottolineato. “Dobbiamo essere pronti a mettere in atto tutto ciò che si può fare per ridurre il contagio e trovare insieme una soluzione. In questo modo avremo tutti delle idee chiare e delle linee guida da seguire“. Per quello che riguarda la Serie C, “dal punto di vista sanitario posso dire che dipende dai protocolli che usciranno. E’ una valutazione che la Lega Pro farà in base ai protocolli definitivi. Sarà l’assemblea di Lega a decidere e per ora ha deciso. In Lega Pro, abbiamo stimato che con il ritiro di 3 settimane, con accertamenti diagnostici, dispositivi di protezione individuale, alberghi, sanificazione, parliamo di 100-150 mila euro per squadra“.