“È il più grande infortunio di massa della storia del calcio, dello sport in generale. I calciatori sono stati obbligati a fermarsi all’improvviso“. Così Luciano Spalletti, ex allenatore di Roma e Inter, parlando dell’emergenza Coronavirus che ha portato alla sospensione dei campionati. “Come si ripresenteranno, dipenderà dalla capacità di ognuno di loro di dialogare con il corpo in questo periodo e con il problema che abbiamo vissuto“, ha spiegato ai microfoni di Sky Sport. “C’è da fare un applauso al personale sanitario, fare tanto di cappello a medici e infermieri, a chi si è impegnato per migliorare le cose. Questa è stata la dimostrazione di cosa significa lavorare per gli altri, per il bene degli altri“.
Spalletti: “La gente vuole vedere il calcio”
“Qualunque soluzione verrà adottata per finire il campionato farà contenti e scontenti“, ha sottolineato il mister toscano. “Quando cambiamo le cose in corsa non esiste una soluzione equa per tutti, io penso che bisognerà tornare a giocare pensando soprattutto e mettendosi le mani sul cuore perché la gente e le persone vogliono vedere il calcio“. “Io – ha sottolineato – sarei contento di veder ripartire il nostro campionato. Andrà fatto pensando alla gente e a quanto ha sofferto in questo periodo. Il calcio è uno degli strumenti più potenti per tornare alla normalità“.
Spalletti e i ricordi all’Inter
“Ricordi belli all’Inter ne ho molti. Siamo arrivati in fondo alle stagioni col fiato sul collo di chi restava fuori dalla Champions. Sono stati momenti forti. Probabilmente quello della prima stagione, la vittoria a Roma contro la Lazio è stato uno dei momenti che mi hanno fatto gioire di più. Poi la vittoria nel derby nella seconda stagione, in casa del Milan, quando ci davano tutti per spacciati“, ha aggiunto.
Spalletti: “Totti? Gli auguro una grande carriera”
“Totti? Penso di essere stato sempre lo stesso. Io con Francesco penso di aver avuto in generale un buon rapporto, poi come dicevo prima per me contano i risultati della squadra, devo passar di lì. C’è il sentimento degli sportivi davanti, devo andare a cercare tutte quelle cose che mi fanno avere una classifica importante perché anche la Roma in quegli anni meritava di stare fissa in Champions. Non ho modificato niente, sono successe delle cose che hanno determinato che i miei comportamenti fossero differenti ma sempre mettendo davanti il bene della squadra. A Francesco auguro una grande carriera da manager, lo rincontrerò sicuramente perché è il nostro lavoro”.