MILANO – Le scintille fra F e fanno discutere i social sull’opportunità o meno dei ritiri prolungati delle squadre di Serie A per concludere il campionato: “Sono d’accordo col ritiro se questo è l’unico modo per ripartire – dice Capello a Sky – il calcio ha bisogno finanziariamente di tornare attivo, altrimenti alcune delle società potrebbero avere gravi difficoltà economiche”. “In Germania si allenano dalla mattina alla sera e poi tornano a casa – è l’opinione di Bergomi – i giocatori della Serie A non possono stare 4 settimane in ritiro più tutto il campionato, è troppo. E non tiriamo in ballo il discorso che guadagnano tanto…”. La frase dell’ex difensore dell’Inter accende Capello: “Non dimentichiamo che c’è gente che sta perdendo il lavoro o è in cassa integrazione – aggiunge l’ex tecnico di Milan, Juventus e Roma – cosa sarà mai un ritiro da 40 giorni per i calciatori?”. “Così sei demagogico – replica Bergomi – con questa frase ora ti prendi l’applauso”.
Sui social network si accende il dibattito
Sui social network si scatena il dibattito tra chi è d’accordo con Capello e chi con Bergomi: “Mi ritrovo d’accordo pure con Capello. Il Coronavirus può anche finire perché ha già rivoluzionato tanto” scrive un utente su Facebook. “Forse 40 giorni sono troppi, ma 15 possono sopportarli tutti (giocano a pallone e prendono milioni) e non sono in cassa di integrazione non retribuita. comunque sto sempre dalla parte di Capello”, dice ancora un appassionato. “Bergomi, per cortesia, silenzio impara e fai tesoro delle parole di Capello, forse è troppo chiederti: fai ammenda” si legge in un altro commento. “Scrivere qualcosa nei confronti dell’uno o dell’altro, è solamente uno spreco di materia grigia” è il caustico commento su Facebook di un tifoso. “Ha totalmente ragione Capello. Si sta parlando di 40 giorni di ritiro, non di andare in guerra, è una cosa più che sostenibile” si legge e poi: “Teneteci aggiornati su questi due filosofi“. A un’occhiata veloce sui social network sembra che la community sia a favore di Capello.
