MILAN NEWS – Ne ha indossato i colori dal 1978 al 1982, totalizzando 140 presenze e 10 gol. Poi l’ha affrontato ripetutamente da avversario su varie panchine della Serie A italiana.
Ha provato a fotografare presente e futuro del Milan mister Walter Novellino che, in esclusiva per , ha detto la sua sugli argomenti più caldi della stretta attualità. L’ultima avventura del tecnico di Montemarano è stata Catania nel 2019 in Serie C.
Mister Novellino, la Serie A deve provare a terminare la stagione sul campo? “Perché non dovrebbe farlo? Se le condizioni lo permettono un tentativo va fatto, poi è normale che parliamo di un periodo molto particolare a livello psicologico. Inoltre c’è da considerare che le squadre devono riprendere un certo lavoro, ritrovare la condizione fisica e quella mentale”.
Nello specifico come si lavora in questi contesti? “Si alterna lavoro aerobico e lavoro anaerobico, come sempre. Servono sia il preparatore atletico che il mental coach perché è assolutamente normale che ci sia un po’ di preoccupazione da parte dei giocatori”.
La Germania ha tracciato una strada importante per la ripresa a suo parere? “Intanto partiamo con il dire che questa è una pandemia che ha colpito tutti. La Germania ha una condizione sanitaria completamente diversa dalla nostra, tuttavia resto convinto che anche in Italia si possa provare a ricominciare”.
Se le dico Milan? “Anni bellissimi in cui le ho vissute tutte le esperienze. Le prime due stagioni sono state meravigliose con il Presidente Felice Colombo. Eravamo giovani intorno a Gianni Rivera, lo Zlatan Ibrahimovic di adesso. Lui aiutava tutti da me a Roberto Antonelli, passando per Stefano Chiodi, Aldo Maldera e Fulvio Collovati. Abbiamo fatto due anni straordinari, anche nei momenti difficili la società ci è sempre stata vicina”.
Lo Scudetto della Stella cosa ha rappresentato? “Io a Milano ho sempre vissuto, è sempre stata una grande città. In quell’anno era magica, ricordo lunghe passeggiate infinite. Porto dentro quei momenti indelebili”.
Oggi, nel mondo rossonero, non si fa che parlare del possibile arrivo di Ralf Rangnick in panchina … “Trovo scandalose queste voci intorno ad una società come il Milan. Mettere in dubbio il lavoro di Stefano Pioli è allucinante, sta facendo crescere i giovani in maniera molto positiva. Si parla di Rangnick insistentemente, di Zvonimir Boban e di Paolo Maldini al capolinea. Tutto questo non fa bene al Milan e forse prima non sarebbe mai successo”.
Cosa intende? “Con Silvio Berlusconi Presidente e Adriano Galliani amministratore delegato queste voci non sarebbero mai circolate. Se vuole le racconto un aneddoto …”.
Ci dica… “Eravamo a Perugia e il Milan venne a fare un’amichevole dalle nostre parti. Casualmente, nello stesso ristorante, c’eravamo io e i dirigenti del Milan a tavoli differenti ovviamente. Galliani si alzò di sua spontanea volontà, venne da e mi salutò. Quando feci per andar via trovai il pranzo pagato da loro. Le persone sono importanti, fanno la differenza”.
Nel corso della sua carriera qual’è il giocatore che l’ha impressionata di più? “Álvaro Recoba, più di tutti. Anche qui ho un aneddoto molto particolare…”.
Riguarda l’ex Presidente dell’Inter Massimo Moratti? “Sì. Perdemmo 6-2 a Milano con il Venezia e lui scese negli spogliatoi. Mi disse di non preoccuparmi perché la squadra giocava bene e aveva bisogno solo di un elemento di qualità. Da lì mi comunicò di aver raggiunto l’accordo con Maurizio Zamparini, allora Presidente del Venezia, per prestarci il giocatore più forte che aveva, Recoba. Per lui dovetti cambiare anche il piano d’allenamento perché non amava allenarsi la mattina, ma ne valse la pena”.