CROTONE – Subito dopo aver lasciato il Sudamerica, per è stata dura ambientarsi. Per sua fortuna, però, in quel Barcellona trovò una grande accoglienza: “Sono arrivato al Barça – ha raccontato a Mundo Deportivo l’attuale attaccante del Crotone – nella mia prima esperienza in Europa dopo aver giocato con continuità in Argentina ed essere stato decisivo in Superclasico giocando con la mia squadra del cuore, il River Plate. Vincemmo quella gara, feci una grande prestazione e per me si spalancarono le porte dell’Europa. Arrivai in una squadra con molti giocatori importanti e mi hanno fatto giocare accanto a Ronaldinho. Un vero campione. Mi ha aiutato moltissimo nell’ambientamento dentro e fuori dal campo. I primi tempi per me è stato molto difficile integrarmi, capire ed entrare nelle dinamiche di gruppo”.
Ronaldinho, la porta e Maxi Lopez
Ad abbattere quel muro di iniziale timidezza ci ha pensato : “Una volta ero rientrato in casa e lui arrivò, dando un calcio alla porta per entrare e portarmi fuori. Siamo andati a cena insieme e mi ha fatto conoscere la città. Ronaldinho è sempre stato così, con tutti i miei compagni di squadra. Un ragazzo che ti coinvolgeva fuori dal campo con la sua irrefrenabile gioia di vivere. Avevamo formato davvero un bel gruppo, con cui siamo ancora oggi in contatto. Insieme a me uscivano Rafa Marquez, Guly, Thiago Motta, Belletti. Eravamo molto uniti. Un gruppo fantastico che andava oltre i risultati sul campo”.