Antonio Molina, nutrizionista dell’Udinese Calcio da due stagioni, ha parlato al Gazzettino delle misure di alimentazione e integrazione da adottare per affrontare al meglio la ripresa. Un estratto dell’intervista ripresa dal sito bianconero:
Come è cambiato il suo lavoro con l’avvento del Covid?
«Prima del lockdown avevamo già completato tutto il lavoro di adattamento alimentare per la composizione corporea dei calciatori e il tutto era calibrato rispetto al dover giocare una partita ogni settimana. Ora siamo piombati in una situazione simile al ritiro, anche se con le dovute differenze».
Quali?
«Soprattutto la condizione generale dei giocatori, che si sono ripresentati meglio rispetto a come succede prima del lavoro di ritiro estivo. Il clima è leggermente diverso. Ora la principale differenza è che il nostro lavoro è più importante soprattutto nel recupero».
Qual è quindi l’obiettivo principale dei vostri programmi?
«Recuperare al meglio tra un allenamento e un altro, mentre prima era più un obiettivo di recupero tra una partita e l’altra».
La corretta alimentazione aiuterà a evitare gli infortuni?
«Sì, è corretto dire questo, soprattutto per quei calciatori, per fortuna pochi, che sono arrivati con una percentuale di grasso leggermente superiore rispetto all’ottimale. In tempi stretti riusciremo però a riportare tutti i calciatori allineati nella condizione fisica perfetta, a seconda delle proporzioni dei bisogni di carboidrati e di calorie necessarie per gli sforzi da effettuare».
Si giocherà a in orari insoliti. Quanto influiranno sul programma alimentare?
«Influiranno molto e per questo abbiamo già iniziato parallelamente un programma di educazione alimentare per tutti i calciatori, in cui si indica quanto, cosa e quando si deve mangiare in ogni eventualità. I ragazzi non sono abituati a giocare tre partite a settimana, e questa sarà la sfida principale da affrontare».
E le temperature alte tipiche dell’estate?
«Anche, e qui sarà necessaria una corretta integrazione per il recupero dei minerali e dei liquidi che si perdono, perché sappiamo che i calciatori devono arrivare agli ultimi 20 minuti di gara, i più importanti, con inalterata la capacità delle loro prestazioni».
Lavorate per programmi specifici?
«L’Udinese è una società che è all’avanguardia per questo. La nostra arma principale è il ristorante, con i nostri chef che lavorano ogni giorno per fornire a ogni calciatore il suo menù personalizzato. E questo è fondamentale, perché alimentazione e integrazione devono per forza essere individuali, anche perché non a tutti fa lo stesso effetto prendere un gel integratore prima di una partita o durante l’intervallo».
Quanto conta la sinergia con lo staff tecnico e con l’allenatore Luca Gotti?
«Per me tantissimo. Il mister conosce l’importanza del tema e ci lascia lavorare in libertà nella programmazione di colazioni, pranzi, cene e le loro tempistiche rispetto all’allenamento. Collabora sempre in maniera stretta con noi nella predisposizione del programma settimanale».
Tutti i giocatori si sono alimentati bene durante il lockdown quindi?
«Sì, anche perché abbiamo lavorato con loro a distanza. Loro sono stati bravi; ci hanno sempre girato la foto di quello che mangiavano, ogni giorno. Con ragazzi così seri è molto più facile lavorare, e nel campo sono loro i primi a vedere i risultati».