Dopo tre utili di fila il 2019 si è chiuso in perdita, con un indebitamento finanziario di oltre 50 milioni. Allarme per il Covid anche perché il proprietario non è “liquido” e, anzi, deve trovare i soldi per salvare le sue aziende
“Basta con queste voci, non vendo, tengo la Samp fino alla morte”. “Vendo”. “ Non vendo più”. Le giravolte di Massimo Ferrero fanno parte del personaggio, per sua natura istrionico, ma svelano allo stesso tempo un equivoco di fondo: quanto può durare, nel calcio business di oggi e in un sistema maledettamente complicato come quello italiano, per di più nell’emergenza coronavirus, un club che non abbia alle spalle un azionista “liquido” e che basi la sua continuità aziendale unicamente sulla cessione degli “asset” calciatori?