ROMA – Furioso e rassegnato a un ulteriore intervento. Leiva è ancora in ginocchio. Ieri si è recato in Paideia per nuovi accertamenti al menisco: si gonfia sempre, il problema va risolto. E Lucas adesso si trova a un altro bivio: fermarsi e rioperarsi subito oppure stingere i denti per la Lazio e aspettare ormai la fine del campionato. Quasi sicuramente se ne riparlerà ad agosto perché il centrocampista non vuole lasciare i compagni proprio in questo momento di bisogno. E’ un segnale a non mollare al gruppo. Anche se lo si è visto ulteriormente al suo ingresso col Sassuolo, questo Leiva non è in grado di dare alcun contributo: da una sua palla persa nasce il corner del raddoppio neroverde nel recupero. Il brasiliano ha provato in tutti i modi a dare una mano, ha persino forzato il suo recupero, ma guai a dirgli che è colpa sua se non è ancora guarito. Adesso c’è un rimbalzo di responsabilità sul suo caso. C’è chi se la prende col dottor Adriani per l’intervento mal riuscito, da quest’ultimo arrivano le accuse al mancato rispetto del protocollo riabilitativo. Forse Leiva avrebbe avuto bisogno di più riposo, ma lui ora non si fida più di nessuno. Anzi, è pronto a prendere il primo aereo per il Brasile come già avrebbe voluto fare a marzo.
INFORTUNI
Era stata fatta una pulizia della cartilagine in artroscopia dal braccio destro di Mariani, consigliato a Lucas dallo specialista brasiliano che 8 anni fa (a dicembre 2011, ai tempi del Liverpool) si era occupato del suo brutto infortunio all’altro ginocchio, quello sinistro. Tornerà da lui anche per il menisco destro: durante il lockdown aveva evitato il viaggio perché avrebbe dovuto osservare 28 giorni di quarantena fra andata e ritorno. Col senno di poi tornerebbe indietro, ma adesso l’importante è riavere il prima possibile Leiva integro. Così come capitan Lulic, operato due volte (una a Roma e una in Svizzera) alla caviglia, ma ormai utile solo per il prossimo campionato. Figure troppo importanti in campo da non incidere nella lotta per lo scudetto più di ogni altro infortunio. Ventinove assenze in totale (compresi gli altri ko) in 6 gare spiegano però pure il resto del crollo, con tre ko di seguito.
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