Il mondo arbitrale italiano, ricco di tradizione, dovrebbe porre il problema ai livelli più alti. E in questa fase forse servirebbe un uso più parsimonioso dei cartellini gialli in Serie A
Caro Nicola Rizzoli, le scrivo in ragione di un’autentica e sincera stima per lei, per il suo lavoro di arbitro e ora di designatore. Le scrivo da sostenitore di quella che si è soliti chiamare, con un’espressione per me discutibile, la “classe arbitrale”. E le scrivo, infine, con lo spirito di collaborazione che si deve a chi è chiamato a svolgere un lavoro importante.