«Rangnick? Avevano chiuso a dicembre senza dirci nulla». Zvonimir Boban, Milano, 8 marzo 2020
«Avrei un consiglio per Rangnick. Prima di imparare l’italiano dovrebbe dare una ripassata ai concetti generali del rispetto». Paolo Maldini, Milano, 11 maggio 2020
«Pioli è la mia prima scelta come allenatore e sono felice perché ci siamo assicurati le sue capacità per il progetto che abbiamo davanti». Ivan Gazidis, Milanello, 22 luglio 2020.
Chissà se nel tempo libero, Ivan Gazidis ama consultare le emeroteche dei giornali o cliccare su Google digitando semplicemente Rangnick, Boban, Maldini, Gazidis. L’esercizio si rivela istruttivo: colma i vuoti di memoria, smonta le panzane, cancella le veline cortigiane di quelli che sino a martedì sera sbavavano per il Tedesco e oggi pensano sia la marca di una colla teutonica attaccatutto. Se tutto è bene quello che finisce bene e, confermando Pioli sino al 2022, il fondo Elliott ha evitato la frittata del secolo, non per questo si può e si deve dimenticare ciò che è accaduto da dicembre all’altro ieri. I sorrisi, gli abbracci, le dichiarazioni ufficiali di profonda stima e apprezzamento verso Pioli hanno cosparso Milanello di miele.
Milan, salta Rangnick: Pioli rinnova fino al 2022
Ma, adesso che l’ex amministratore delegato dell’Arsenal ha lasciato in Red Bull l’uomo chiamato a miracol mostrare a milioni di tifosi rossoneri, sarebbe bello se Ivan il Volubile alzasse il telefono e chiedesse scusa a Zvonimir Boban. Sciaguratamente, questi è stato messo alla porta quattro mesi or sono, in quanto reo di essersi pubblicamente opposto alla svolta tedesca imposta dal manager sudafricano, d’intesa con la proprietà americana. Le dichiarazioni rilasciate alla fine di febbraio da Boban alla Gazzetta dello Sport, erano state forti e chiare, in linea con la schiena dritta del signore croato, campione anche fuori dal campo: «Non avvisarci su Rangnick è stato irrispettoso e inelegante. Non da Milan, o almeno non da quello ricordavamo fosse il Milan. Per il bene del club, la proprietà intervenga. Dovrà essere precisa su budget e obiettivi. Nonostante i tagli di gennaio, non sappiamo che margini avremo. Per il bene del Milan, è necessario che il meeting con Elliott avvenga il prima possibile. Noi dovremo essere rispettosi delle esigenze di equilibrio economico-finanziario, la proprietà dovrà essere rispettosa dei risultati sportivi affidati a chi rappresenta la storia e i valori di un grande club». Parole sante, pronunciate dal dirigente che, assieme a Maldini, è stato decisivo nel convincere Ibrahimovic a ritornare. E quanto lo svedese sia stato determinante nello spettacolare rilancio rossonero, è sotto gli occhi di tutti. Chiedere scusa a Boban e confermare Zlatan, senza se e senza ma, sono la seconda e la terza cosa da milanista che Gazidis dovrebbe fare subito. La prima, alla buon’ora dopo venti mesi, è stata tenere Pioli, accanto al quale per serietà e competenza si stagliano le figure di Maldini e Massara. Coraggio, Ivan: errare è umano, perseverare è diabolico.
Milan, Gazidis: “Pioli era la prima scelta”