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Juve, De Ligt da record: è il difensore bomber più giovane

TORINO – E pensare che l’aveva capito, Matthijs De Ligt, che non c’era ancora nulla di scontato. Nulla (men che meno l’aritmetica conquista dello scudetto), nonostante il gol che aveva appena segnato all’Udinese. «Questo gol è molto importante per me – spiegava ai microfoni di Sky tra primo e secondo tempo -, anche per la squadra, però adesso noi giochiamo altri 45 minuti. Ora sono contento, ma è importante poterlo essere anche dopo la partita». Appunto, manco a dirlo… Dopo la partita tutto era De Ligt, tranne che contento. Così come contenta non era la Juventus. Intesa come squadra, come società e più ancora come piazza. Tra mugugni, perplessità, arrabbiature per una sconfitta che smorza gli entusiasmi di chi (praticamente tutti) era convinto che ieri a Udine i campioni d’Italia in carica si sarebbero confermati tali, facendo passerella e festa.

ESULTANZA E SMORFIA – Dal trionfo al tracollo. Dall’esultanza alla smorfia di dolore. Trattasi del saliscendi di emozioni juventine, perfettamente impersonificate proprio in De Ligt. Aveva segnato un gol emblematico e indicativo, l’olandese. Un sigillo che certificava ancora una volta il suo status di predestinato. Già volava la fantasia ed erano partiti i voli pindarici: rete scudetto dell’acquisto dell’estate, che suggella così il suo crescendo clamoroso nel primo anno in bianconero.

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