TORINO – A corsa vinta, la Juventus chiude in frenata come faceva a volte Usain Bolt, con la seconda sconfitta consecutiva dopo il successo contro la Sampdoria che aveva sancito la conquista artimetica del nono Scudetto consecutivo. L’impressione data dalla squadra bianconera in quest’ultimo periodo (non solo questa sera che conta molto relativamente), però, è oggettivamente diversa dalla sensazione di strapotenza che generava lo sprinter giamaicano sui 100 e 200 metri e questo qualche piccola preoccupazione in vista del ritorno degli ottavi di Champions League di venerdì 7 agosto contro il Lione la crea.
Eppure la squadra di Maurizio Sarri contro la Roma scatta dai blocchi proprio come un centometrista: cinque minuti e Rabiot prolunga di sinistro un corner per Higuain che batte Fuzato, uno dei tanti esordienti dal primo minuto. Tra i bianconeri ci sono un intraprendente Frabotta come terzino sinistro, che al 30’ del primo tempo sfiora il secondo palo con un bel diagonale, un lucido Muratore come centrocampista centrale e uno Zanimacchia meno scoppiettante che nel finale di Cagliari come attaccante di sinistra. Nella Roma oltre al portiere debutta Calafiori, terzino sinistro messo nel mirino proprio da Paratici. E che si fa apprezzare con un gran gol di destro al volo sugli sviluppi di un corner, non convalidato perché il pallone era uscito dal campo sul cross dalla bandierina, e procurandosi al 44’ il rigore trasformato da Perotti per il 2-1 giallorosso. Nel frattempo, infatti, Kalinic aveva anticipato Rugani di testa su calcio d’angolo firmando il pareggio.
A riposo in vantaggio, dopo un intervento di Fuzato su Higuain al 2’ della ripresa la Roma ha cominciato forte anche la ripresa, trascinata da uno Zaniolo incontenibile. Non ne aveva bisogno per alimentare i noti desideri bianconeri, ma il ventunenne trequartista ha rubato la scena con una progressione impressionante all’8’, rifinita dal perfetto filtrante per il 3-1 di Perotti. Sarri aveva già richiamato a riposare Bonucci e Rabiot per Demiral, al rientro dopo l’infortunio subito proprio all’andata, e Ramsey e la partita era di fatto chiusa. Il gallese l’ha quasi riaperta con un palo, ma probabilmente non avrebbe cambiato molto. La testa della Juventus era al Lione già da prima del fischio d’inizio, come certificavano le assenze dall’elenco dei convocati, a cominciare da quella di Cristiano Ronaldo, in tribuna accanto a Paulo Dybala. Era già al Lione giustamente, perché il nome sull’albo d’oro del campionato la squadra bianconera lo aveva scritto una settimana fa e quello contava, in campionato. Ora conterà presentarsi in modo diverso al confronto con il Lione. Diverso non solo rispetto a stasera, e quella è una certezza a cominciare dalla formazione, ma alla maggior parte delle ultime partite.