L’uomo copertina del primo numero di Sportweek, in occasione del millesimo, ripercorre questi 20 anni e ci ringrazia: “Il vostro paese è stato una casa, mi ha coccolato, mi ha fatto sentire unico e reso più forte: se sono migliore lo devo anche a voi”
“Sa che un po’ mi sono emozionato?”. Pausa. Silenzio. Risatina. Ronaldo si specchia nel display del suo smartphone, in quella foto, e quel tacere è di chi pensa, ripensa, rivede. Forse sospira. “Ora le spiego. Sono sbarcato da poco a Ibiza e come ogni anno, quando arrivo qui, faccio un check up generale, per tenere sotto controllo la salute. Sa cosa mi ha detto il medico? Che mi manca solo di smettere di fumare, per il resto sono in forma come un ragazzino. Ha detto così: un ragazzino. Com’ero qui, più di vent’anni fa”. Quei tempi, quella foto: febbraio 2000, la copertina del primo numero di Sportweek. Oggi siamo a mille, mille come i giorni che Ronaldo a quei tempi aveva passato all’Inter, il vento del calcio che si era acquietato all’improvviso, fragile com’era diventato il suo ginocchio. Erano i giorni della speranza, ma quel sorriso stava per spegnersi di nuovo.