di Fabio Marzano
TORINO – Anche questo campionato si è concluso cosi come era terminato quello precedente, ovvero con la Juventus che, ha conquistato il suo nono scudetto consecutivo tra mille polemiche, visto il calo di rendimento della squadra, rispetto alle annate precedenti. La testa ora va tutta alla delicatissima sfida di Champions contro il Lione dove, la Vecchia Signora dovrà obbligatoriamente vincere se vuole passare il turno, trascinata sicuramente dal fenomeno di Funchal Cristiano Ronaldo e sperando nel recupero lampo di Paulo Dybala. A commentare l’attuale momento di forma della Juve e di CR7, è stato uno suo grandissimo connazionale, Nuno Gomes che, ha cortesemente rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva alla nostra redazione.
Quanto ti manca il calcio giocato e che ricordi hai del tuo periodo in Italia?
“Alla Fiorentina si era creato un clima di serenità in cui i giocatori si sono sentiti bene. Questo ha avuto un impatto diretto sulle mie prestazioni e su quelle dei giocatori perché quando ero in campo, nel mio subconscio avrei cercato forza e avrei corso ancora di più, lottando ancora di più per l’allenatore e per la squadra. Eravamo un gruppo unitissimo e quegli anni li ricorderò sempre con grande emozione”.
Qual’è stato l’allenatore con cui hai costruito il tuo miglior feeling?
“Fatih Terim senza ombra di dubbio. Parlo molto di lui perché non dissocio l’allenatore dall’essere umano. È la mia opinione. Non è né giusto né sbagliato, è la mia opinione ed è l’analisi che faccio come ex giocatore. Ci sono allenatori che sono grandi allenatori, ma poi non riescono a relazionarsi con i giocatori, il modo in cui comunicano con loro, ecc. Come giocatore, non potevo guardare il mio allenatore nel camerino e dimenticare chi fosse. Fatih Terim è stato uno degli allenatori che mi ha colpito di più perché era un buon allenatore e una brava persona. Questo non è facile, tutti i giocatori erano uguali per lui. Tutti sono stati trattati allo stesso modo. C’era sempre una parola per tutti. Spiegava le cose. Ha giustificato le sue decisioni. Essendo l’allenatore non ne aveva nemmeno bisogno, è sovrano, decide chi gioca e chi non gioca, ma Terim si è preso il tempo di spiegare tutto perché soprattutto è un eccellente essere umano”.
Ci racconti un episodio in particolare che hai vissuto con lui?
“Non mi sono mai considerato un 9, quel attaccante fisso che stava aspettando la palla giusta per segnare. Ho spesso lasciato l’area e sono tornato per prendere il gioco, organizzare il gioco, ecc. Alla fine di un allenamento, Fatih è venuto a parlarmi e mi ha detto cosa voleva. Mi ha spiegato che dovevo rimanere in zona perché era lì che la squadra aveva bisogno di me. Mi ha detto di aver capito cosa stavo facendo, che facevo buone azioni e che in seguito non c’era nessun attaccante nell’area per segnare gol. Successivamente, ero l’unico attaccante in campo, ma se avessimo vinto, avrebbe rimosso un centrocampista e messo un altro attaccante in campo. Mi ha chiamato una mattina mentre ero in banca per darmi indicazioni e mi ha detto: “Ora puoi divertirti”. Ciò che intendeva dire era che stava prendendo un attaccante per rimpiazzare il mio posto in modo da avere la libertà di lasciare l’area, costruire il gioco, toccare la palla più spesso senza l’obbligo di essere nell’area”.
Da portoghese che consigli ti senti di dare alle due stelle attuali di questa nazione, Ronaldo e Joao Felix?
“Prima di tutto, devono lavorare sodo per i costruire i loro sogni. Combatterecon tutte le forze. Non importa quanto talento hai, senza lavoro, dedizione e spirito di sacrificio, non arrivi da nessuna parte nel calcio. E non arrenderti all’inizio. Nel calcio tutto può succedere e tutto cambia in qualsiasi momento”.
Pensi che Ronaldo riuscirà a vincere un altro Pallone d’Oro?
“Mi è piaciuto vederlo vincere in questi anni e spero ne aggiunga un altro, se non addirittura superare Messi ma è complicato. Penso che ci stia lavorando nonostante questa “pausa” dovuta a covid-19 non sia stata buona perché non era programmata. Tornare alla normalità richiede tempo. Ha sempre in mente di vincere il Pallone d’Oro, ci sentiamo spesso e posso assicurarvi che è ossessionato. È sempre insoddisfatto. Vuole sempre di più. Si sfida. Questa è una motivazione per lui. Quando non ha questa motivazione, finirà la sua carriera”.
Pensi che questa sia l’ultima possibilità per Ronaldo e per la Juve di vincere la Champions League insieme?
“Assolutamente no. Gia vincerla è difficile nella normalità, specie in questa stagione dove sono successe moltissime cose negative e fallire non sarebbe una catastrofe. Poi ve lo dico per certo, finché Cristiano non vincerà la Champions, non si muoverà da Torino, è il suo obiettivo”. Ma attenzione perché, proprio nelle ultime ore, è esplosa all’improvviso anche una clamorosa novità per il mercato bianconero. Paratici tenta il colpo impossibile: non solo Kroos, spunta un altro nome galattico! >>>VAI ALLA NOTIZIA