DUSSELDORF (Germania) – L’Inter sbriga anche la pratica Bayer Leverkusen con un risultato (2-1) che sarebbe potuto essere più rotondo (due i calci di rigore assegnati dall’arbitro e tolti dal Var) ed accede alle semifinali di Europa League, dove sfiderà la vincente di Shakhtar Donetsk-Basilea. Un chirurgico esterno destro di Barella ed una torsione in caduta di Lukaku vanificano la rete di Havertz che ha ridato vita ad un match che sembrava chiuso dopo soli 21′. Unica nota storta della serata l’infortunio rimediato da Sanchez, rimasto stoicamente in campo per non lasciare i compagni in dieci.
Inter-Bayer Leverkusen, tabellino e statistiche
Europa League, il programma dei quarti di finale
Le scelte di Conte e Bosz
È il terzo confronto ufficiale tra i due club, il primo in Europa League, col bilancio che pesa nettamente in favore dell’Inter, vittoriosa 3-2 in casa e 2-0 in trasferta nella seconda fase a gironi della Champions 2002-2003. Antonio Conte conferma l’undici che ha estromesso il Getafe dalla competizione, con Young esterno sinistro e Lautaro Martinez seconda punta che vincono nuovamente i rispettivi ballottaggi con Candreva e Sanchez. Handanovic in porta, Godin, De Vrij e Bastoni in difesa, D’Ambrosio sull’out destro, Barella-Brozovic-Gagliardini nel cuore del campo e Lukaku terminale offensivo completano pertanto il consueto 3-5-2 del tecnico salentino. Il collega Bosz dal canto suo, che perde Sven Bender nel riscaldamento prepartita (sostituito da Tah, che affianca Lars Bender, Tapsoba e Sinkgraven nel pacchetto arretrato), si affida ancora al 4-2-3-1 visto contro i Glasgow Rangers negli ottavi, scegliendo Volland come unico riferimento in attacco coadiuvato dal trio di trequartisti formato da Demirbay, Havertz e l’ex Crotone Diaby. A centrocampo, l’allenatore delle Aspirine lancia Baumgartlinger e Palacios.
2-0 Barella-Lukaku, Havertz riapre il match
In avvio il pressing del Bayer è asfissiante, ma l’Inter lo elude partendo da dietro e sfruttando un rapido giro palla, favorito dal lavoro sporco di Lukaku a protezione del possesso e le improvvise discese di D’Ambrosio. L’ex United viene chiuso in extremis al 6′, risposta tedesca otto minuti più tardi, preludio al vantaggio nerazzurro (15′): da un geniale colpo di tacco di Lautaro Martinez, Young pesca in area il gigante belga quindi, sulla respinta della retroguardia del Leverkusen, l’esterno destro di Barella al ferro non lascia scampo a Hradecky. Il centrocampista scuola Cagliari va ad un passo dalla doppietta al 20′, quando calcia di prima intenzione la palla messa in mezzo dal “Toro” dopo una pregevole serpentina. Il raddoppio è rinviato di pochi secondi: bella imbucata di Young, Lukaku difende la sfera, subisce forse un fallo da rigore, ma in caduta trova il diagonale che fuga ogni dubbio, siglando il 31° gol stagionale. Nel proprio momento peggiore le Aspirine, che rischiano di capitolare al 23′ (ancora protagonista il gigante di origine congolese), trovano il 2-1 con Havertz al 25′ al termine di un’azione insistita. Al 27′ l’arbitro concede un penalty ai ragazzi di Conte per un presunto fallo di mano di Sinkgraven, rettificando la propria decisione dopo aver visionato le immagini al Var. Al 37′, poi, ci mette una pezza Handanovic in uscita bassa su un insidiosissimo cross di Diaby.
Gagliardini sfiora il tris
Al rientro in campo il Bayer mostra un piglio diverso, ma l’avvolgente manovra dell’Inter produce un’occasionissima al 49′, con Gagliardini che, all’interno dell’area piccola, colpisce in pieno Lukaku a botta sicura (per giunta in fuorigioco) e l’azione sfuma. Al 51′ la bella combinazione Diaby-Havertz mette paura a Conte, ma l’ex Crotone conclude in malo modo, sparando la sfera in curva. Sale quindi nuovamente in cattedra la compagine nerazzurra che, al 52′ e al 53′, va vicinissima al gol della sicurezza con Lautaro Martinez (non trova il compagno di reparto al centro), Young (cross insidioso su cui tre compagni non arrivano per questione di centimetri) e Gagliardini (chiuso in angolo in extremis). Complici un primo tempo giocato a ritmi altissimi ed una condizione fisica approssimativa per le note problematiche legate ai circa tre mesi di stop imposti dal Coronavirus, le squadre si allungano, dando vita a continui botta e risposta. Il tecnico dei nerazzurri, al 59′, si gioca le carte Moses ed Eriksen per D’Ambrosio e Gagliardini (il danese si mette subito in evidenza con un tiro da fuori), mentre Bosz getta nella mischia Bailey in luogo di Palacios. Al 61′ siluro da fuori di Demirbay con Handanovic che non rischia la presa e devia in corner, 40 secondi più tardi Lautaro tenta senza fortuna un diagonale da posizione defilata.
Termina 2-1, Inter in semifinale
Il minuto 63 è quello del classico avvicendamento Lautaro Martinez-Alexis Sanchez: Conte mette forze fresche, una per reparto, per resistere alle offensive tedesche nell’ultima mezz’ora di gioco (circa) e ripartire in contropiede, sfruttando lo strapotere atletico di Moses. Proprio una discesa dell’ex Chelsea, oltre che un controcross di Young e un tiro da fuori di Eriksen, mettono Sanchez in condizione di piazzare col piattone destro un pallone che Hradecky toglie dalla porta con un gran intervento (64′), mentre il cileno ex Udinese, Barcellona, Arsenal e United ci riprova a distanza di pochi secondi, calciando debolmente. In casa Bayer entrano Wendell ed Amiri per Sinkgraven e Baumgartlinger, mosse che sbilanciano pericolosamente le Aspirine in avanti. I frutti sembra raccoglierli l’Inter che, centellinando le proprie ripartenze, trasmette una costante sensazione di pericolosità: al 74′ è Brozovic a tentare la botta da fuori, murato, un giro di lancetta dopo è miracolosa la risposta dell’estremo difensore del Leverkusen sul tiro potente di Moses, messo in moto da un cioccolatino di Eriksen. Grande chance tedesca al 79′ con un traversone splendido di Bailey che non trova per millimetri la deviazione vincente di Havertz, mentre all’83’ Lukaku ha l’opportunità di chiuderla, ma ottiene soltanto un calcio d’angolo. Skriniar per Bastoni da una parte, Bellarabi ed Alario per Lars Bender e Volland dall’altra (fa all-in Bosz, a trazione ultra-offensiva), coi nerazzurri che restano praticamente in 10 per l’infortunio di Sanchez a finestre terminate: il cileno stringe i denti, fa poco più che “presenza” in campo, mentre l’arbitro assegna sei minuti di recupero (che diventeranno quasi 9). Ad accendere il finale è soltanto il rigore procurato da Eriksen e tolto dal Var per un precedente fallo di mano di Barella (90′), mentre Lukaku va via di potenza e segna (a gioco fermo) al 96′. Gli episodi non privano l’Inter della qualificazione in semifinale di Europa League.