Doveva essere il giorno di Ronaldo, finì per diventare il giorno di Recoba. Che poi, a differenza del Fenomeno (e, parafrasando Guccini, sorvoliamo su cause e pretesti), Recoba sarebbe durato dieci anni: dieci anni di numeri, colpi di classe, gioie per gli occhi. Anche se il primo biennio fu così così: giocò poco, Alvaro Recoba, con la maglia dell’Inter, almeno sino al 1999. Prima, cioè, di andare a passare qualche mese in prestito al Venezia per poi tornare in nerazzurro e imporsi definitivamente con quei colpi di cui, tuttavia, già al suo esordio a San Siro nel 1997 aveva dato un antipasto, dimostrando di essere avere qualcosa in più, un quid non alla portata della maggior parte dei suoi colleghi. Dimostrazione, insomma, ne aveva dato già quel 31 agosto 1997, quando Gigi Simoni decise di gettarlo nella mischia della gara contro il Brescia, prima giornata del campionato 1997-1998. Gara che avrebbe deciso proprio lui, il gioiellino Alvaro Recoba, proprio nel giorno in cui tutti si aspettavano di tutto da Ronaldo, pure lui all’esordio con la casacca nerazzurra.
Fu un pomeriggio complicato, quello, per l’Inter. I nerazzurri faticavano a trovare delle trame di gioco accettabili, le armonie di squadra ancora non c’erano e i pericoli per la porta difesa da Cervone arrivavano solo da iniziative dei singoli: ed è facile immaginarselo, quando in una squadra ti ritrovi elementi come Ronaldo, Ganz o Simeone o lo stesso Bergomi che pure si rese pericoloso nel corso di quel match. Ma al 72esimo il risultato diceva ancora 0-0 e Simoni decise di sparigliare le carte: fuori Ganz, dentro Recoba. E l’effetto immediato non fu certo quello che Simoni e gli interisti si auspicavano: al 73esimo, infatti, il vantaggio del Brescia firmato Hubner. Una girata nel sette che non lasciò scampo a Pagliuca. Nulla da imputare ad Alvaro Recoba, naturalmente. Che, anzi, la palma di migliore in campo se la sarebbe presa nei minuti immediatamente successivi: l’uruguaiano pareggerà i conti al 79esimo e completerà la rimonta all’87esimo. Due siluri di sinistro, da almeno venti metri, uno in movimento e l’altro da fermo. Sarebbe stato un antipasto, perché poi nel periodo successivo non sarebbe mai stato protagonista. Sino, almeno, al 1999. Intanto questo fu il biglietto da visita. Signore e signori, Alvaro Recoba.
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